Considerata l’importanza che hanno assunto, anche a livello comunitario, le attività non “prettamente” agricole nella formazione del reddito delle aziende, con l’emanazione del Regolamento CE 1242/2008 è stata introdotta nella metodologia di classificazione tipologica, in aggiunta alle classi di ordinamento tecnico e di dimensione economica, un nuova modalità di classificazione che tiene conto dell’incidenza percentuale del valore delle Altre Attività Lucrative (AAL) sul valore complessivo della produzione standard aziendale; in Italia, tali AAL corrispondono nella sostanza alle “attività connesse”.

Queste attività economiche, seppure in alcuni contesti aziendali contribuiscano anche in maniera significativa al raggiungimento dell’utile dell’impresa agricola (reddito netto), non vengono prese in considerazione né nella fase di calcolo dell’OTE e né nella quantificazione della Dimensione Economica Aziendale. Le AAL rappresentano quindi ai fini della classificazione tipologica delle informazioni di tipo qualitativo e non economico: la dimensione economica dell’azienda viene determinata solo dal contributo apportato dalle singole attività tipicamente agricole o primarie, indipendentemente dall’incidenza più o meno rilevante delle altre attività connesse alla coltivazione dei terreni e all’allevamento degli animali.

Seguendo i documenti tecnici a supporto dell’attuazione del Regolamento CE 1242/2008, si possono elencare una serie di esempi di Altre Attività Lucrative connesse direttamente con l’attività primaria dell’azienda: agriturismo, fattorie didattiche, contoterzismo attivo, acquacoltura, turismo rurale, trasformazioni dei prodotti aziendali, produzione di energie rinnovabili, servizi ambientali, attività agro-artigianali. Tale elenco è coerente con il tipo di classificazione delle attività connesse gestite con il programma di contabilità GAIA. Dalle AAL vanno escluse tutte quelle attività di tipo finanziario (ricavi da servizi particolari come ad esempio l’affitto attivo di terreni, investimenti finanziari, gestione dei titoli di produzione, ecc.), e tutte quelle attività, seppure rientrante nella definizione di AAL, che vengono attuate in casi eccezionali, ossia non rappresentano una pratica economica ordinaria dell’azienda agricola.

L’incidenza percentuale delle AAL deve essere stimata rapportando il suo valore al fatturato complessivo dell’azienda (aiuti pubblici e AAL compresi):

Fatturato delle AAL

Fatturato aziendale (attività agricole + AAL + aiuti pubblici)

La stima, anche indicativa, del fatturato riconducibile alle AAL, consente di posizionare l’azienda in una delle tre possibili classi di incidenza percentuale delle AAL previste dal Regolamento CE 1242/2008, che si aggiunge alla consueta classificazione OTE e classe dimensionale. I limiti delle classi all’interno delle quali può essere collocata un azienda agricolo sono i seguenti:

I classe

fino al 10%

II classe

dal 10 al 50%

III classe

oltre il 50% e meno del 100%

Nel manuale della tipologia denominato “Typology Handbook” del Regolamento CE 1242/2008 sono riportate puntuali avvertenze per il corretto trattamento di alcune attività produttive. Alle indicazioni della Commissione occorre aggiungere altri elementi, derivanti dalla prassi ordinaria della rete RICA, da tener presente per mantenere una certa omogeneità tra la metodologia di classificazione e i risultati tecnico-economici aziendali.

  • Foraggio: nel modalità di calcolo delle PS delle superfici investite a foraggere in funzione della presenza o assenza di erbivori (equini, bovini e ovi-caprini). La regola generale è che in presenza di erbivori tutte le coltivazioni foraggere debbono essere considerate prive di PS (codice gruppo FCP4), dato che la loro quota di PS è già compresa in quella degli erbivori utilizzatori: J01, J02A, J03, J04, J05, J06, J07, J08, J09A, J09B, J10A e J10B (codice gruppo GL). Indipendentemente dal rapporto tra il numero di capi allevati e gli ettari coltivati a foraggere, la metodologia esclude dalla produzione standard complessiva aziendale le PS delle rubriche D12 (Sarchiate da foraggio), D18A (Prati avvicendati), D18B (Altre foraggere verdi), F01 (Prati permanenti e pascoli), F02 (Pascoli magri). Infatti con il Regolamento CE 1242/2008 è stato completamente soppresso il bilancio foraggero previsto nella Decisione 85/377 CEE. Le PS delle rubriche afferenti alle foraggere rientrano quindi nel computo della produzione standard complessiva aziendale solo in assenza degli erbivori (codice gruppo FCP1).

  • Bovini maschi e femmine meno di 1 anno: le produzioni standard delle categorie di bovini sotto l’anno (J02A) rientrano nel calcolo della produzione standard totale dell’azienda solo se il numero dei redi è superiore al numero della vacche (J07 e J08); in questo caso vengono considerate nel computo della PS totale aziendale solo le PS relative al numero di vitellini eccedente il numero delle vacche allevate in azienda.

  • Lattonzoli: la produzione standard dei lattonzoli (J11 – suini < 20Kg) rientra nel calcolo della produzione standard totale dell’azienda solo se l’azienda non detiene le scrofe (J12), altrimenti le relative PS vengono automaticamente azzerate.

  • Altri ovini: la produzione standard degli altri ovini (J09B) rientra nel calcolo della produzione standard totale dell’azienda solo se l’azienda non alleva le pecore (J09A), altrimenti le relative PS vengono automaticamente azzerate.

  • Altri caprini: la produzione standard degli altri caprini (J10B) rientra nel calcolo della produzione standard totale dell’azienda solo se non vengono allevate le capre (J10A) in azienda, altrimenti le relative PS vengono automaticamente azzerate.

  • Terreni a riposo senza aiuti finanziari: le superfici aziendali a riposo non oggetto di aiuto pubblico, possono essere registrate nella procedura per completezza delle informazioni strutturali dell’azienda, ma tali superfici non rientrano nel computo della Produzione Standard aziendale. Pertanto le aziende con le sole superfici a riposo, anche temporaneo (annuale), non possono essere classificate secondo la metodologia comunitaria, pertanto sono escluse dal campo di osservazione dell’indagine RICA.

  • Piantagioni agricole in fase di impianto: per le colture permanenti in fase di impianto la metodologia comunitaria non prevede il calcolo delle relative PS. Nell’ambito dell’indagine RICA, per mantenere la coerenza tra la struttura aziendale (SAU totale disponibile) e i risultati della classificazione tipologica, queste attività vengono associate alla rubrica denominata “Colture in fase di impianto” (codice P90) alla quale corrisponde una PS nulla. Di conseguenza le aziende con sola superficie in fase di impianto e senza altre attività agricole, sono escluse dal campo di osservazione dell’indagine RICA.

  • Altri terreni della SAU: per alcune tipologie di attività agricole la metodologia comunitaria non prevede il calcolo delle PS. Tra queste rientrano gli orti familiari, terreni a pascolo incolto improduttivo ed altre superfici della SAU. Nell’ambito RICA per evitare discordanze tra i dati disponibili in azienda (SAU disponibile) e i dati inseriti nella procedura di calcolo, tali superfici devono essere imputate alla rubrica “Altri terreni della SAU” (P93) per la quale la PS è nulla.

  • Colture successive o intercalari: queste attività produttive posizionate in un certo momento della rotazione colturale, non vanno considerate ai fini della classificazione tipologica. In altri termini, le colture effettuate in successione ad altre, seppure completano il loro ciclo all’interno dell’anno di riferimento (ad esempio, mais o soia in secondo raccolto), non possono essere considerate alla stessa stregua delle colture principali che le hanno precedute nello stesso anno (ad esempio, il frumento). È importante pertanto tenere ben presente il concetto di superficie principale: si tratta della coltura tra quelle praticate sullo stesso appezzamento con il valore della produzione più elevato, indipendentemente dal momento in cui viene realizzata. Nel caso di due colture realizzate sullo stesso appezzamento in un’annata agraria con lo stesso valore della PS, si considera la coltura principale quella che occupa il terreno per un periodo più lungo dell’altra, oppure nel caso di colture che sono molto simili sia per tempo di occupazione che per il valore della produzione, diventa coltura principale quella che viene realizzata per prima nell’esercizio contabile.

Tale impostazione della metodologia comunitaria deriva dalla necessità di assicurare una classificazione uniforme delle aziende della Comunità e non certo quella di definire correttamente le reali capacità economiche dell’azienda, che vengono invece determinate con maggiore precisione dalla procedura contabile GAIA in uso nella rete RICA Italiana.

  • Colture sotto serra o in orto industriale: in entrambi questi metodi di coltivazione, le stesse colture risultano impiantate sulla stessa superficie agricola nel corso della stessa annata agraria, anche più volte (come ad esempio per le orticole). In questi casi, ai fini della classificazione tipologica, va rilevata la sola superficie di base, rispettivamente della serra e del terreno in piena area coltivato in modo intensivo.

  • Colture permanenti in serra: per questa tipologia di attività, a livello Italia, vengono considerati i frutteti allevati sotto copertura (pomacee, drupacee e frutta di origine subtropicale), ad esclusione dell’uva da tavola in coltura coperta che viene assimilata all’uva da tavola in pieno campo, e ai fragoleti permanenti sotto serra che sono associati agli ortaggi sotto serra.

  • Colture in atto: si intende quelle colture, generalmente erbacee, seminate o impiantate a fine anno dopo l’estirpazione di una coltura realizzata nel corso dell’anno, i cui prodotti saranno realizzati invece nell’anno successivo. Queste colture, per le quali vengono sostenuti dei costi di impianto o semina nel corso dell’anno, non vanno considerate ai fini del calcolo della tipologia aziendale.

  • Colture consociate: la consociazione generalmente viene riferita alla coltivazione sullo stesso terreno e nello stesso periodo di due colture, quasi sempre una arborea ed una erbacea. I miscugli di cerali o di foraggere non sono da considerarsi coltivazioni consociate, in quanto non danno luogo a prodotti distinti. La superficie agricola delle colture coltivate contemporaneamente sullo stesso appezzamento deve essere ricondotta ad una coltivazione specializzata con il sistema “pro-rata”. Per esempio, un ettaro di terreno con 100 piante di olivo sparse in cui viene coltivato anche del frumento tenero, deve essere virtualmente suddiviso in due parti: una riferibile all’occupazione dell’oliveto in una forma specializzata con un sesto d’impianto 6×6 equivalente ad una superficie ipotetica di 3.600 mq (0,36 Ha); l’altra corrispondente alla differenza rispetto all’intera superfici di 10 mila metri quadri (0,64 ettari) quale superficie equivalente occupata dal frumento duro.

  • Prodotti trasformati: dal calcolo delle PS delle attività produttive vengono esclusi tutti i prodotti trasformati sia in azienda che all’esterno di essa. Unica eccezione consentita dal regolamento comunitario, riguarda i prodotti trasformati vino e olio, le cui attività di produzione sono classificate a livello comunitario come attività agricole e pertanto il valore del vino e dell’olio (se prevalente) viene considerato nel computo delle PS dei loro rispettivi prodotti primari: uva e olive.

1.1.  Definizioni e metodi calcolo

La produzione standard (PS) di un’attività produttiva è il valore medio ponderato della produzione lorda totale, comprendente sia il prodotto principale che gli eventuali prodotti secondari, realizzati in una determinata regione o provincia autonoma nel corso di un’annata agraria.

Il valore della produzione ottenuta da una attività agricola è determinato quale sommatoria delle vendite aziendali, degli impieghi in azienda, degli autoconsumi e dei cambiamenti nel magazzino, al netto degli acquisti e della sostituzione (rimonta) del bestiame. Il valore deve intendersi “franco azienda”, al netto dell’IVA e di altre eventuali imposte sui prodotti, ed esclusi gli aiuti pubblici diretti.

L’opportunità di introdurre la produzione standard deriva dalla necessità di determinare l’orientamento tecnico-economico e la dimensione economica delle aziende sulla base di un criterio economico che resti sempre positivo. Con il disaccoppiamento degli aiuti, introdotto con la riforma della PAC del 2003, infatti, sarebbero state molte le attività produttive che avrebbero presentato un RLS negativo a seguito della assenza degli aiuti nella relativa PLT; ovviamente i valori negativi non possono essere utilizzati per la classificazione tipologica delle aziende agricole. I Servizi tecnici della Commissione hanno quindi proposto ed elaborato nel 2008 una nuova metodologia di calcolo per individuare la variabile economica più appropriata alla nuova politica agricola dell’Unione Europea: la Produzione Standard.

Nella metodologia RICA-INEA (GAIA) tale definizione è equiparabile alla PLT dei processi produttivi vegetali ed animali, il cui valore anche in GAIA è al netto degli aiuti pubblici. L’utilizzo della PS in sostituzione del RLS ha consentito di semplificare la metodologia di calcolo da parte degli Stati Membri. Infatti, non è più necessario determinare le diverse voci della componente dei costi specifici previsti nella metodologia dei RLS, che presentava per alcune attività produttiva delle difficoltà nella determinazione delle singole voci, oltre al fatto che tali costi presentano una forte variabilità tra Paese e Paese.

Con il nuovo sistema di classificazione il concetto di redditività (RLS) è stato infatti sostituito con quello della produttività (PS), con i conseguenti vantaggi e limiti che ne derivano.

Oltre al vantaggio della semplificazione nel calcolo del valore della produzione, la nuova metodologia consente sia di armonizzare le informazioni derivanti dalla classificazione tipologica tra i diversi Stati Membri dell’Unione Europea, sia di facilitare il confronto dei risultati ottenuti con altre statistiche extra-agricole. Lo svantaggio più evidente è l’impossibilità di poter utilizzare la classificazione tipologica a supporto delle analisi sulla redditività delle attività agricole.

Le attività produttive per le quali vengono calcolate le PS corrispondono alle rubriche definite per le indagini sulle strutture (censimenti e indagini sulle SPA). Le singole Produzioni Standard delle attività agricole vengono calcolate, in ogni Paese dell’UE, a livello regionale, per un periodo di riferimento di cinque anni consecutivi, dall’anno N-5 all’anno N-1, dove N è l’anno in cui viene eseguita l’indagine sulle strutture. Le PS vengono calcolate solo per quelle attività produttive praticate in una determinata circoscrizione (regione o provincia autonoma).

La prima serie delle Produzioni Standard è stata realizzata in relazione al Censimento del 2010 (anno N), quindi l’anno di riferimento è il “2007” (N-3), mentre i coefficienti delle PS sono stati calcolati sulla base dei valori medi della produzione e dei prezzi rilevati negli anni che vanno dal 2005 (N-5) al 2009 (N-1). I dati di base utilizzati per i calcoli delle PS vengono rilevati ex-novo solo in occasione di un nuovo Censimento dell’agricoltura; mentre nel periodo infracensuario le PS sono aggiornate ogni volta che viene realizzata l’indagine sulle SPA (dal 2010 in poi sono previste due indagine SPA tra un censimento e l’altro). Le modalità di aggiornamento delle PS vengono stabilite a livello comunitario (indagine diretta oppure utilizzo di particolari metodi di attualizzazione dei coefficienti).

La dimensione economica aziendale, il cui valore è espresso in euro e non più in UDE, è determinata dalla sommatoria delle Produzioni Standard di ogni singola attività produttiva praticata in azienda, e può essere ricompresa in una delle 14 classi di dimensione economica previste dal Reg. CE 1248/2008. Le norme attuative della tipologia di classificazione consentono l’accorpamento di alcune classi; ad ogni Stato Membro è data la possibilità di accorpare le seguenti classi di dimensione economica: II e III, o III e IV, VI e VII, VIII e IX, X e XI, da XII a XIV o da X a XIV.

L’Italia ha optato per l’accorpamento delle classi più grandi, definendo complessivamente 8 classi. Nella seguente tabella sono messe a confronto le classi dell’Unione Europea e quelle dell’Italia; inoltre, a titolo puramente esemplificativo, ad ogni classe di dimensione economica ITALIA è stata associata l’ampiezza fisica della SAU aziendale, prendendo come base di riferimento la PS media italiana dei cereali. La soglia minima per l’indagine RICA italiana è stata fissata a 4.000 euro.

Stratificazione dimensionale delle aziende agricole secondo la classe di dimensione economica

UNIONE EUROPEA

ITALIA

Classe

Limiti in euro

Classe

Limiti in euro

Classi SAU a cereali

I

meno di 2.000 euro

I

meno di 4.000 euro meno di 4,5 ettari

II

da 2.000 a meno di 4.000 euro

III

da 4.000 a meno di 8.000 euro

II

da 4.000 a meno di 8.000 euro da 4,5 a 9 ettari

IV

da 8.000 a meno di 15.000 euro

III

da 8.000 a meno di 25.000 euro da 9 a 28,5 ettari

V

da 15.000 a meno di 25.000 euro

VI

da 25.000 a meno di 50.000 euro

IV

da 25.000 a meno di 50.000 euro da 28,5 a 57 ettari

VII

da 50.000 a meno di 100.000 euro

V

da 50.000 a meno di 100.000 euro da 57 a 114 ettari

VIII

da 100.000 a meno di 250.000 euro

VI

da 100.000 a meno di 500.000 euro da 114 a 570 ettari

IX

da 250.000 a meno di 500.000 euro

X

da 500.000 a meno di 750.000 euro

VII

da 500.000 a meno di 1.000.000 euro da 570 a 1.145 ettari

XI

da 750.000 a meno di 1.000.000 euro

XII

da 1.000.000 a meno di 1.500.000 euro

VIII

pari o superiori a 1.000.000 di euro superiore a 1.145 ettari

XIII

da 1.500.000 a meno di 3.000.000 euro

XIV

pari o superiore a 3.000.000 euro

Da precisare che i limiti delle “Classi di SAU a cereali” riportati nella tabella precedente sono puramente indicativi, in quanto oltre alla variabilità delle PS all’interno del gruppo dei cereali (in questo caso è stato escluso il riso), nell’ambito di uno stesso cereale la produzione differisce in modo significativo da una regione all’altra. Ad esempio per il limite inferiore della Classe “II – Italia” sono sufficienti 2,4 ettari di grano duro in Emilia Romagna, mentre in Sardegna ne occorrono quasi 7,5 di ettari per superare il limite inferiore di 4.000 euro di dimensione economica aziendale.

A partire dalla rilevazione dell’esercizio contabile 2010, le aziende agricole che appartengono all’Indagine RICA e che vengono rilevate con la procedura GAIA, sono quelle che presentano una dimensione economica aziendale superiore ai 4.000 euro di produzione standard. Le aziende per superare questa soglia devono coltivare un certo numero di ettari o allevare un dato numero di capi di bestiame, che moltiplicati per relative PS unitarie, calcolate per la regione dove è ubicata l’azienda, determina il “fatturato agricolo” minimo per entrare nel campo di osservazione della RICA.

Per la determinazione delle singole Produzioni Standard regionali vi sono diversi livelli di difficoltà derivanti da una parte dal tipo di gestione aziendale del singolo processo produttivo (completamente o parzialmente venduto e reimpiegato in azienda), dall’altra condizionate dalle scarsità delle informazioni relative ai relativi prezzi di mercato alla produzione.

In funzione delle diverse specificità agricole regionali, determinate in base alla diffusione degli ordinamenti produttivi (OTE specializzato più rappresentativo nelle regioni), è possibile calcolare, indicativamente, l’equivalente dimensione dell’azienda necessaria, in termini di ettari di terreni coltivati o numero di capi allevati per rientrare nel campo di osservazione RICA (classe II Italia della precedente tabella).

             Alcuni esempi regionali di dimensione fisica minima per entrare nel campo osservazione RICA

Regione

Ettari di SAU e/o  Numero di  capi

Valle D’Aosta 2 vacche da latte e 1 ettaro ad orzo
Piemonte 0,22 ettari a vite per vino di qualità
Lombardia 1 vacca da latte e 1 ettaro a cereali
Trentino 0,40 ettari a frutta fresca temperata
Alto Adige 2 vacche da latte
Veneto 250 polli da ingrasso
Friuli Venezia Giulia 1 vacca da latte e 1 ettaro a mais
Liguria 0,09 ettari (circa 1 ara) di fiori in piena area
Emilia Romagna 0,37 ettari a frutta fresca temperata
Toscana 0,25 ettari a vite per vino di qualità
Marche 4,60 ettari a frumento tenero
Umbria 2,15 ettari ad olive da olio
Lazio 7 vitelloni da ingrasso
Abruzzo 0,45 ettari a vite per vino comune
Molise 4,60 ettari a frumento duro
Campania 0,20 ettari ad ortaggi in pieno campo
Calabria 1,10 ettari ad olive da olio
Puglia 5,40 ettari a frumento duro
Basilicata 25 pecore da latte
Sicilia 0,37 ettari a frutta fresca temperata
Sardegna 18 pecore da latte

La determinazione dell’Orientamento Tecnico Economico (OTE) si basa sul concetto delle affinità tipologiche che ciascuna attività produttiva agricola presenta con altre: ad esempio, frumento tenero, frumento duro, segale, orzo, avena, mais, altri cereali, piante oleaginose e proteiche, vengono considerate come facenti parte del gruppo “cereali, piante oleaginose e proteaginose (escluso il riso)”; aggiungendo il riso si ha l’aggregato “cereali, piante oleaginose e proteaginose”, che infine confluisce con le piante sarchiate, gli orti in pieno campo, tabacco, cotone e altri seminativi nel grande gruppo dei “seminativi”.

Il contributo fornito, in termini economici, da ciascuna attività produttiva agricola alla formazione della Produzione Standard complessiva dell’azienda determina l’Orientamento Tecnico Economico dell’azienda agricola, che viene individuato a seconda del livello di dettaglio tra gli OTE generali, OTE principali, oppure tra gli OTE particolari.

Per ciascuna attività produttiva si possono avere quindi diversi livelli di raggruppamento, per ognuno dei quali è possibile calcolare, come illustrato in precedenza, un valore di Produzione Standard aziendale complessivo. La sintesi dei raggruppamenti possibili è contenuta nella seguente tabella, mentre per ulteriori dettagli si rimanda alle tabelle in Allegato A.

Elenco dei raggruppamenti di attività produttive per livello di OTE

Gruppo

Descrizione

Codice gruppi e attività produttive

Orientamenti Tecnico Economici

Generale        Principale     Particolare

P1 Seminativi P15 + (D09, D10, D11, D23, D24, D29, D31, D32, D33, D34, D35, D14A, D19, D20, D21) + FCP1

X

 

 

P15 Cereali P151 + D07

 

X

 

P151 Cereali escluso il riso D01 + D02 + D03 + D04 + D05 + D06 + D08

 

 

X

P16 Piante oleaginose D26 + D27 + D28 + D29 + D30

 

X

 

P17 Tuberi D10 + D11 (+ D12 in presenza di erbivori)

 

 

X

P2 Ortofloricoltura D14A + D14B + D16 + D17 + I02 + G05

X

 

 

P3 Coltivazioni permanenti G01A + G01B + G01C + G03A + G03B + G04A + G04B + G04C + G06 + G07

X

 

 

P4 Foraggere ed erbivori FCP4 + GL

X

 

 

P45 Bovini da latte J02A + J04 + J06 + J07

 

X

 

P46 Bovini P45 + J01 + J03 + J05 + J07

 

X

 

P5 Granivori P51 + P52 + J17

X

 

 

P51 Suini J11 + J12 + J13

 

X

 

P52 Pollame J14 + JJ15 + J16 + J16A + J16B

 

X

 

GL Erbivori J01 + P46 + J09A + J09B + J10A + J10B

 

X

X

FCP1 Foraggio per la vendita D12 + D18A + D18B + F01 + F02 (per tutti PS > 0)

 

X

X

FCP4 Foraggio per gli erbivori D12 + D18A + D18B + F01 + F02 (per tutti PS = 0)

 

X

X

Come la tabella soprastante evidenzia, i livelli di raggruppamento possibili degli orientamenti tecnico economici sono al massimo tre. A seconda del tipo di stratificazione degli OTE si distinguono tre livelli di suddivisione: 8 OTE generali, 21 OTE principali, 61 OTE particolari. Il livello più elevato, definito OTE-generali (o Polo), comprende 8 definizioni: 1-Seminativi, 2-Ortofloricoltura, 3-Colture permanenti, 4-Erbivori, 5-Granivori, 6-Policoltura, 7-Poliallevamento, 8-Miste (colture-allevamento). In tutti i livelli di raggruppamento degli OTE deve essere aggiunto l’orientamento “aziende non classificabili”.

L’attribuzione dell’OTE ad una qualsiasi azienda presuppone la conoscenza di tre tipi di Produzione Standard:

1)      la PS di ciascuna attività produttiva agricola praticata;

2)      la PS di tutti i raggruppamenti nei quali confluiscono le attività produttive agricole praticate;

3)      la PS complessiva aziendale.

Partendo da questi elementi, la griglia di classificazione stabilisce una serie di confronti successivi che consentono di attribuire univocamente a ciascuna azienda l’OTE di appartenenza. La distinzione tra gli OTE viene stabilita in base al concetto di specializzazione, che viene definito come quota della PS superiore ai 2/3 del PS complessiva aziendale. Tale livello di specializzazione può essere raggiunto:

  • al massimo livello di dettaglio, nel quale vengono definite le aziende specializzate secondo un OTE particolare;
  • al livello intermedio di dettaglio, nel quale vengono delimitate le aziende specializzate secondo un OTE principale;
  • al minimo livello di dettaglio previsto vengono raggruppate le aziende specializzate secondo un OTE generale.

Ovviamente questo sistema gerarchico di attribuzione dell’OTE fa sì che le aziende specializzate in un OTE particolare siano automaticamente specializzate anche nei corrispondenti OTE principale e OTE generale (Polo); pertanto è stato predisposto un sistema di codifica degli OTE che considera i tre livelli sopra esposti rispettivamente con codici a tre, a due e ad una posizione, come chiarisce la tabella seguente relativa all’OTE generale 1.

Schema di classificazione delle aziende specializzate nei seminativi

Generale

Principale

Particolare

Condizione

1 – Seminativi P1 > 2/3
15 – Coltivazione di cerali e di piante oleaginose e proteaginose (P15 + P16 + D09) > 2/3
151 – Cereali (escluso il riso), oleaginose e proteaginose (P151 + P16 + D09) > 2/3
152 – Risicole D07 > 2/3
153 – Combinazione di cereali, riso, oleaginose e proteaginose OTE 15 meno gli OTE 151 e 152
16 – Altre colture P1 > 2/3; (P15 + P16 + D09) ≤2/3
161 – Piante sarchiate P17 > 2/3
162 – Combinazione di cereali, oleaginose, proteaginose, sarchiate (P15 + P16 + D09) >1/3; P17 >1/3
163 – Orticole in pieno campo D14A > 2/3
164 – Tabacco D23 > 2/3
165 – Cotone D13 > 2/3
166 – Seminativi diversi OTE 16 meno gli OTE 161, 162, 163, 164 e 165

 

Come si può osservare, la logica di attribuzione dell’OTE è di tipo sequenziale: in pratica, dato che ciascun OTE definisce insiemi non sovrapposti di aziende, quando una azienda ricade in un OTE si può chiaramente escludere che possa ricadere anche in un OTE successivo o precedente. Per ogni livello vi è sempre infatti un OTE di risultato che completa l’insieme di livello superiore: nell’esempio riportato, l’OTE particolare 153 raccoglie tutte le aziende dell’OTE principale 15 che non ricadono nelle condizioni previste per gli OTE particolari 151 e 152. Gli OTE specializzati sono rappresentati dai primi cinque OTE generali (Poli):

1 –    Seminativi;

2 –    Ortofloricoltura;

3 –    Colture permanenti;

4 –    Erbivori

5 –    Granivori

Un meccanismo analogo funziona anche quando nessun raggruppamento (inclusi i 5 OTE specializzati) raggiunge il requisito di specializzazione (quota di PS superiore ai 2/3 della PS complessiva aziendale). In questo caso si parla di aziende con OTE misti, che secondo lo schema comunitario danno luogo a tre OTE generali:

6 –    Policoltura;

7 –    Poliallevamento;

8 –    Miste colture e allevamenti.

Per verificare l’appartenenza dell’azienda ad uno di questi OTE generali misti è necessario verificare i seguenti casi:

  •  per l’OTE 6-Policoltura, vi deve essere almeno un raggruppamento afferente agli OTE generali (Poli) 1, 2 e 3 che raggiunga la quota di 1/3 della PS complessiva aziendale e la PS cumulativa dei tre poli sia superiore ai due terzi della PS totale aziendale (P1 + P2 + P3 > 2/3 PS totale) e, quindi, che nessun raggruppamento afferente agli OTE generali 4 e 5 raggiunga tale quota;
  • per l’OTE 7-Poliallevamento vi deve essere almeno un raggruppamento afferente agli OTE generali 4 e 5 che raggiunga la quota di 1/3 della PS complessiva aziendale e la PS cumulativa dei poli 4 e 5 sia superiore ai due terzi della PS totale aziendale (P4 + P5 > 2/3 PS totale) e, quindi, nessun raggruppamento afferente agli OTE generali 1, 2 e 3 che raggiunga tale quota;
  • per l’OTE 8-Miste colture e allevamenti vi possono essere tre casi:
    • a)      quando almeno due raggruppamenti che raggiungono la quota di 1/3 della PS complessiva aziendale ed afferiscono uno agli OTE generale 1, o 2 o 3 e l’altro all’OTE generale 4 o 5;
    • b)      quando nessun raggruppamento raggiunge la quota di 1/3 della PS complessiva aziendale;
    • c)       quando l’attività produttiva “apicoltura”, che non afferisce ad alcun polo, raggiunge la quota di 2/3 della PS complessiva aziendale; in pratica si tratta di una specializzazione.

All’interno degli OTE misti 6 e 7 le aziende vengono definite parzialmente dominanti se un solo raggruppamento raggiunge la quota di 1/3 della PS complessiva aziendale. Se invece i raggruppamenti sono due, l’OTE misto assume la doppia denominazione dei due aggregati presenti.

Schema di classificazione delle aziende miste con policoltura

Generale

Principale

Particolare

Condizione

6 – Policoltura 61 – Policoltura (P1 + P2 + P3) > 2/3; P1 ≤ 2/3; P2 ≤ 2/3; P3 ≤ 2/3
611 – Ortofloricoltura e colture permanenti P2 > 1/3; P3 > 1/3
612 – Seminativi e ortofloricoltura P1 > 1/3; P2 > 1/3
613 – Seminativi e vigneti P1 > 1/3; (G04A + G04B + G04C) > 1/3
614 – Seminativi e colture permanenti P1 > 1/3; P3 > 1/3; (G04A + G04B + G04C) ≤ 1/3
615 – Policoltura ad orientamento seminativi P1 > 1/3; P2 ≤ 1/3; P3 ≤ 1/3
616 – Policoltura OTE 61 esclusi gli OTE 611, 612, 613, 614 e 615

Le soglie di incidenza delle PS, sia delle singole attività produttive che dei gruppi, utilizzate nelle formule per il calcolo degli OTE, sono di cinque tipi: 3/4, 2/3, 1/2, 1/3, e 1/10. Nell’allegato “A – Condizioni di appartenenza OTE particolari” sono elencati gli OTE, con l’indicazione delle condizioni di pertinenza utilizzate nel codice della procedura per definire l’ordinamento tecnico economico di un’azienda in relazione al peso delle singole attività produttive o dei gruppi sulla Produzione Standard aziendale.

Rispetto alla classificazione degli OTE stabilita nella Decisione 85/377, in quella attuale (Regolamento CE 1242/2008) ci sono alcuni cambiamenti importanti: oltre alla riduzione da 4 a 3 livelli di raggruppamento (non è stata prevista la suddivisione dell’OTE particolare), sono stati aggiunti nuovi ordinamenti tecnici, mentre altri sono stati accorpati oppure eliminati. Gli 8 OTE generali sono rimasti tal quali, mentre gli OTE principali hanno subito delle modifiche sia nella codifica sia nel tipo di aggregazione, passando da 17 a 21 classi. Ciò ha comportato la modifica di tutti i relativi codici degli OTE principali (quelli a due cifre) e di conseguenza sono stati creati nuovi codici per gli OTE particolari.

Nell’OTE 1 –Aziende specializzate in seminativi, i due vecchi OTE principali, identificati con 13 e 14 hanno ora rispettivamente i codici 15 e 16. L’OTE 15 mantiene sempre i suoi tre OTE particolari (con i codici 151, 152 e 153); mentre nell’OTE 16 si riscontrano diversi cambiamenti: gli OTE 161 e 163 corrispondono perfettamente ai vecchi OTE particolari 141 e 143. L’OTE 162 rispetto al vecchio OTE 142 comprende anche le oleaginose e le proteaginose. Il vecchio OTE 144, prima suddiviso in tre OTE particolari, nell’attuale schema e stato soppresso e le vecchie suddivisione sono state portate a livello di OTE particolari, rispettivamente 164, 165 e 166 (ex codici OTE 1411, 1442 e 1443).

Nell’OTE 2 – Aziende specializzate in ortofloricoltura, il vecchio schema presentava un solo OTE principale (codice 20), che nell’attuale schema è stato sostituito da tre OTE principali. Gli OTE particolari del vecchio schema, che a loro volta erano dettagliati in ulteriori dieci suddivisione dell’OTE particolare, nell’attuale schema sono stati sostituiti da nove OTE particolari. La modifica più importante per gli OTE ortofloricoli è stata il criterio della prevalenza, che è passato da quello colturale (distinzione per gruppo colturale orticoltura e floricoltura) a quello della modalità di coltivazione (in serra e all’aperto); inoltre l’attuale OTE 23 “… altri tipi di ortofloricoltura”, comprende oltre al consueto OTE particolare che raccoglie le diverse combinazioni delle coltivazioni ortofloricole (OTE con codice 233) e al vecchio OTE delle aziende specializzate nella coltivazione dei funghi (OTE 231), anche un nuovo OTE particolare, creato per le aziende specializzate nelle attività vivaistiche (OTE 232).

Per l’OTE 3 – Aziende specializzate nelle colture permanenti, rispetto al vecchio schema non ci sono stati grossi mutamenti. I quattro OTE principali sono rimasti invariati; è invece aumentato il numero degli OTE particolari, passato da 9 a 11. Nell’OTE principale 35 (ex OTE 31) delle aziende specializzate in viticoltura, le aziende specializzate nella produzione di uva da tavola assumono il livello di OTE particolare 353. Allo stesso modo, nell’OTE 36, le precedenti suddivisioni dell’OTE particolare frutta fresca, a guscio e loro combinazione, assurgono a livello di OTE particolare 361, 362 e 363 aumentando da tre a cinque il numero degli OTE particolari, con la novità dell’OTE 364 – Aziende specializzate nella produzione di frutta tropicale e sub-tropicale. Gli OTE 37 e 38 coincidono con i precedenti OTE 33 e 34.

Per quanto riguarda l’OTE 4 – Aziende specializzate in erbivori, la composizione dei quattro OTE principali è rimasta identica al precedente schema del 1985. Gli OTE particolari sono passati invece da 10 a 7 classi; infatti alle prime tre classi dell’OTE a due cifre (45, 46 e 47) corrisponde un solo OTE particolare, rispettivamente OTE 450, 460 e 470. I quattro OTE particolari della classe 48 sono rimasti identici ai vecchi 4 OTE del precedente sistema di classificazione.

L’OTE 5 – Aziende specializzate in granivori, ha subito delle semplici traslazioni, ossia i vecchi OTE particolari sono diventati gli attuali OTE principali, mentre le precedenti suddivisioni sono diventati gli attuali OTE particolari. È stato eliminato l’OTE delle aziende specializzate nell’allevamento combinato di suini e pollame (l’ex OTE 5031).

L’OTE 6 – Aziende di policoltura, non ha subito alcun cambiamento, se non quello dell’abolizione delle due suddivisioni del sesto OTE particolare (ex OTE 6061 e 6062) che sono confluite nell’attuale OTE 616 – Altre aziende con policoltura.

Anche l’OTE 7 – Aziende con poliallevamento, non presenta grosse differenze con il vecchio schema di classificazione, è stato abolito il solo OTE 723 – aziende con poliallevamento: granivori ed allevamento misto. Anche questo polo non presentava suddivisioni degli OTE particolari.

Come per gli altri due poli misti, anche l’OTE 8 – Aziende miste colture-allevamento, non ha subito particolari modifiche rispetto al precedente schema se non l’abolizione della suddivisione del settimo OTE particolare; nell’attuale sistema di classificazione sono diventate 8 le classi degli OTE particolare di questo polo.

L’idea di realizzare una nuova procedura di classificazione tipologica delle aziende agricole nasce dall’esigenza non solo di adeguare il software di classificazione in uso alle disposizioni introdotte dalla nuova metodologia di classificazione comunitaria descritta nei capitoli precedenti, ma anche di rispondere in modo semplice ed efficiente alle richieste provenienti dai diversi soggetti che gestiscono e che collaborano a vario titolo con la rete RICA Italiana.

L’INEA in questi ultimi anni, in concomitanza con il rilascio della nuova metodologia contabile RICA-INEA (GAIA) e la riorganizzazione operativa e gestionale della rete, ha avviato la progettazione e lo sviluppo di nuove metodologie e procedure a supporto non solo delle attività di rilevazione dell’indagine RICA. Sono cresciute infatti le richieste da parte degli operatori del comparto agricolo, di servizi e prodotti che consentissero loro di valutare con maggiore precisione l’evoluzione del sistema agricolo ai diversi livelli (aziendale, settoriale, territoriale, ecc.).

L’INEA infatti, per sua tradizione storica, è impegnata non solo nell’organizzazione e gestione della rete RICA in Italia, ma ha da sempre sviluppato metodologie e procedure rese disponibili anche agli utenti esterni alla rete RICA, in particolare agli agricoltori e ai centri di servizi e sviluppo agricolo regionali. Il pacchetto “Pegaso”, diffuso dall’INEA negli anni ’90, è stato un prodotto INEA molto apprezzato dai tecnici che operavano nel mondo dell’assistenza tecnica agli agricoltori.

La procedura di classificazione, quindi anche questa versione di Class.CE, è un componente del “Pacchetto RICA” offerto dall’INEA alle Regioni e ad altri Enti locali nell’ambito del processo di riorganizzazione della Indagine RICA in Italia, concordato con il Ministero dell’agricoltura (Mipaaf).

L’analisi preliminare, predisposta da uno specifico gruppo di lavoro dell’INEA coordinato dalla sede regionale di Torino, ha consentito di realizzare un sistema che include alcune caratteristiche sviluppate negli anni precedenti con la versione MS Access di CLASS_CE, a cui sono state aggiunte le necessarie modifiche di adattamento al nuovo ambiente di sviluppo, soprattutto tenendo conto delle diverse funzionalità aggiuntive ideate e progettate per la versione descritta in questa guida1.

La scelta è andata verso una applicazione in ambiente internet (web-based), utilizzando strumenti open source sia dal lato database sia per l’implementazione dell’interfaccia utente. Questa soluzione presenta molti vantaggi, il primo dei quali è la completa indipendenza della procedura dal sistema operativo e dal tipo di hardware: non occorre installare alcuna applicazione sul proprio computer, in quanto è sufficiente la presenza di un browser aggiornato per navigare in internet.

La fase di implementazione è stata affiancata da una intensa attività di verifica e collaudo sulle singole parti dell’applicazione. Class.CE è stato progettato con l’obiettivo di realizzare un sistema avente le caratteristiche di usabilità, accuratezza ed efficienza.

Class.CE rappresenta, nell’ambito della gestione delle indagini sulle aziende agricole condotte da INEA, il primo passaggio per individuare, secondo una metodologia ufficiale, le unità da monitorare sia per assolvere ai compiti assegnati all’Istituto dall’Unione Europea e dallo Stato Italiano, sia per definire campioni di aziende agricole da indagare nell’ambito di particolare attività di ricerca e studio.

Class.CE comprende tre strati software diversi. Il livello più alto è rappresentato dall’interfaccia grafica utente (GUI), ed è l’unico livello in cui l’utente può interagire con il sistema. Mentre il livello di servizio costituito dall’ambiente di configurazione e lo strato dati dove vengono memorizzati i dati nel database relazionale, sono invece nascosti all’utente finale.

1 Nella fase di studio della fattibilità del sistema sono state valutate diverse alternative per lo sviluppo, ipotizzando dapprima una possibile trasposizione informatica della procedura realizzata in MS Access; soluzione tecnicamente e funzionalmente non praticabile in relazione non solo all’ambiente di sviluppo, ma anche in considerazione delle funzionalità progettate per la nuova procedura e non previste nel vecchio sistema.

 

Classificazione tipologica comunitaria delle aziende agricole

Note metodologiche e procedura di classificazione online

class ce cover

 

Presentazione

Questa guida è di supporto all’uso della procedura Class.CE accessibile all’indirizzo internet rica.crea.gov.it/classce. L’applicazione software è stata predisposta dal Team di Sviluppo interno all’INEA per l’applicazione della metodologia di classificazione tipologica comunitaria delle aziende agricole della Unione Europea, come definita dal Regolamento CE n. 1242/2008.

La prima versione è stata redatta da Antonio Giampaolo, Alfonso Scardera, Mitia Mambella e rappresenta il principale riferimento a supporto di quanti utilizzano la procedura nell’ambito della rete contabile RICA, oppure al di fuori di essa. Alcune parti di questa guida sono state tratte dal manuale di CLASSCE del 2003. La copertina è stata ideata e realizzata da Andrea Di Cesare. La revisione dei testi è stata curata da Antonella Bodini e Cristina Pilan.

L’applicazione web Class.CE, ideata e progettata da Antonio Giampaolo e Alfonso Scardera ed implementata dal punto di vista informatico da Mitia Mambella, deriva da un adattamento dell’analisi predisposta dal gruppo di lavoro INEA, coordinato da Giancarlo Peiretti e Cristina Pilan. I coefficienti delle attività produttive utilizzati per la classificazione tipologica, ossia la serie delle Produzioni Standard regionali, sono stati calcolati da un gruppo di lavoro del Servizio 1 dell’INEA coordinato da Franco Mari.

La progettazione e lo sviluppo delle precedenti procedure informatiche di classificazione tipologica comunitaria predisposte dall’INEA, utilizzate a partire dagli inizi degli anni novanta e fino all’esercizio contabile 2009, si deve ai dipendenti e ai collaboratori della sede INEA di Torino (Carlo Masoero, Giancarlo Peiretti, Cristina Pilan, Giorgio Seroglia, Stefano Trione) che hanno predisposto la procedura CLASS-AZ inizialmente in ambiente DOS, integrandola in CONTINEA, e successivamente in ambiente Windows su piattaforma MS Access, rinominando la procedura dapprima in CLASS-CE e successivamente in CLASS-CEG.

In questa guida oltre a spiegare il funzionamento e il corretto utilizzo della procedura Class.CE, nel primo capitolo vengono illustrati in modo schematico i contenuti metodologici del sistema di classificazione comunitario delle aziende agricole.

Nel secondo capitolo vengono descritti in modo dettagliato i diversi moduli che compongono la procedura, come deve essere utilizzata in relazione sia alla tipologia di utenti sia in funzione delle esigenze conoscitive del singolo utente, sia interno che esterno alla rete RICA italiana.

Nell’ultimo capitolo della guida viene mostrato il flusso dei dati nell’ambito dell’indagine RICA-REA, dalla formazione del campione alla selezione delle unità di rilevazione, comune a tutti i modelli organizzativi regionali dell’indagine contabile.

Introduzione

Con l’emanazione del Regolamento CE n. 1242/2008, che abroga la Decisione 85/377 CEE, viene stabilita la «tipologia comunitaria delle aziende agricole» (di seguito tipologia), con cui classificare in maniera uniforme le aziende della Comunità, classificazione che viene utilizzata principalmente per la presentazione, per classe d’orientamento tecnico-economico e per classe di dimensione economica, dei dati rilevati nel quadro delle indagini comunitarie sulla struttura delle aziende agricole e della rete d’informazione contabile agricola della Comunità.

La tipologia si applica a decorrere dal 1° gennaio 2010. Rispetto al passato essa è fondata non solo sull’orientamento tecnico-economico e sulla dimensione economica delle aziende agricole, ma anche sulla rilevanza delle altre attività lucrative direttamente collegate all’azienda. Inoltre, utilizza le Produzioni Standard – P.S. (Standard Output – S.O.) e non più i Redditi Lordi Standard (RLS).

Le serie degli Standard Output, distinte per circoscrizione (regione o province autonome), sono disponibili sul sito della RICA alla pagina web: rica.crea.gov.it/public/it/rls_ps.php.

Dalla sezione Metodologia del sito RICA (rica.crea.gov.it/public/it/metodologia.php) è possibile consultare e stampare le classi di Dimensione Economica (pagina Campo Osservazione) e gli Ordinamenti Tecnico Economici (pagina Disegno Campionario) in cui si articola la nuova tipologia; nello stesso sito RICA sono consultabili i Piani di Selezione, distinti per esercizio contabile, in cui viene applicata la nuova tipologia per la conduzione dell’indagine RICA (pagina Piani selezione), come pure sono disponibili altri dettagli sulla metodologia RICA-INEA.

Alcune accenni sulla nuova metodologia di classificazione tipologica comunitaria sono disponibili nel volume dal titolo “I Redditi Lordi Standard e gli Standard Output 2004 delle attività produttive agricole italiane” curato da F. Mari e R. Rossi, la cui versione elettronica è scaricabile dalla sezione Pubblicazioni del sito internet della RICA.

Nell’ambito della gestione operativa dell’indagine RICA la classificazione delle aziende agricole è il primo passo della rilevazione contabile. È una fase importante per gli operatori RICA perché consente di definire la collocazione delle aziende all’interno del campo di osservazione dell’Indagine.

La procedura Class.CE, dunque, ha come primo obiettivo quello di identificare dal punto di vista tipologico le unità da rilevare; un ulteriore obiettivo, anch’esso strettamente connesso all’esecuzione dell’indagine RICA, è poi rappresentato dalla possibilità offerta dalla procedura di monitorare le rilevazioni effettuate, a garanzia della completa copertura del disegno campionario teorico.

Altre finalità sono collegate all’attuazione di alcune Misure dei Programmi di Sviluppo Rurale (PSR), che richiedono la determinazione della tipologia comunitaria delle aziende agricole. Infatti sono molti i programmi che prevedono l’adozione di una dimensione economica minima per accedere agli aiuti previsti per alcune misure dei PSR (Misura 112, 121, 123, 132, ecc.); in tale prospettiva, la procedura può essere utilizzata anche nella fase preliminare di presentazione della domanda di aiuto.

Le informazioni derivanti dalla classificazione tipologica delle aziende agricole sono diventate oramai obbligatorie ai fini del monitoraggio e della valutazione degli interventi pubblici diretti alle aziende agricole. Nel periodo di programmazione 2007-2013 dei PSR regionali, il sistema di classificazione tipologica delle aziende agricole è stato adottato sia da AGEA sia da alcuni Organismi Pagatori regionali. In pratica, tutte le aziende che forniscono, direttamente o per il tramite dei CAA, i dati per la presentazione delle istanze di aiuto a valere sui PSR, vengono automaticamente classificate sulla base dei dati strutturali, ossia delle superfici coltivate e gli animali allevati in una determinata annata agraria o esercizio contabile.

La metodologia di classificazione tipologica, e quindi Class.CE, può essere utilizzata anche da soggetti diversi da quelli della rete RICA, dello sviluppo rurale regionale e nazionale. Infatti anche gli Enti territoriali, pubblici e privati, che devono definire con elementi oggettivi i potenziali beneficiari rispettivamente sia di aiuti pubblici che di servizi alle imprese agricole, possono avvalersi di questa procedura resa disponibile dall’INEA in modo gratuito attraverso la rete internet.

Class.CE potrebbe rilevarsi uno strumento particolarmente utile agli Enti di Ricerca, alle Università, alle Agenzie di Servizi di Sviluppo Agricolo, alle Società di servizi di consulenza per l’agricoltura, che intendono utilizzare il sistema di classificazione comunitario, al fine di confrontare i risultati delle proprie attività, indagini e studi sulle imprese agricole, con i risultati desumibili dalla RICA o dalle indagini strutturali condotte dall’ISTAT.

Gli utenti che possono utilizzare Class.CE sono quindi riconducibili a due categorie: la prima comprende gli utenti interni al sistema RICA; la seconda è relativa agli utenti esterni allo stesso sistema.

Utenti RICA – rappresentano i principali utilizzatori della procedura, a loro volta distinguibili in diversi profili in relazione al ruolo da questi assunto nella gestione operativa dell’indagine RICA. L’elenco delle tipologie di utenti RICA è il seguente:

  • coordinatore rete RICA nazionale (utente INEA sede nazionale);
  • coordinatore rete RICA regionale (utente INEA sede regionale);
  • coordinatore rete RICA a livello sub regionale (utente regionale non INEA);
  • rilevatore / utente RICA

Utenti non RICA – rappresentano gli utenti esterni alla rete di rilevazione e, a differenza degli utenti RICA, hanno lo stesso livello di accesso alla procedura:

  •  imprenditore agricolo
  • libero professionista / operatore servizi consulenza;
  • funzionario pubblico;
  • enti agricoli regionali (OOPPAA, Associazioni);
  • ricerca / formazione;
  • studente;
  • altri utenti.

 

Le prime tre tipologie di utenti (elenco puntato), sono assegnate e gestite direttamente dall’amministratore del sistema. La procedura Class.CE si adatta, sia dal punto di vista strutturale (base dati e interfaccia utente) che funzionale (comandi e interazioni), ad ogni tipologia di utenti in relazione dei diversi servizi che può fornire.