Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria - Centro di ricerca in Politiche e Bioeconomia

COS’È LA RICA

 

COMPITI - RISERVATEZZA DEI DATI - CENNI STORICI - LA RICA IN ITALIA

 

La Rete di Informazione Contabile Agricola (R.I.C.A.) è una indagine campionaria annuale istituita dalla Commissione Economica Europea nel 1965, con il Regolamento CEE 79/56 e aggiornata con il Reg. CE 1217/2009 e s.m.i. Essa viene svolta, in Italia a partire dal 1968, con un'impostazione analoga in tutti i Paesi Membri dell'Unione Europea e rappresenta l’unica fonte armonizzata di dati microeconomici sull'evoluzione dei redditi e sulle dinamiche economico-strutturali delle aziende agricole.

L’indagine RICA non rappresenta tutto l’universo delle aziende agricole censite in un determinato territorio, ma solo quelle che, per la loro dimensione economica, possono essere considerate professionali ed orientate al mercato. La metodologia adottata mira a fornire dati rappresentativi su tre dimensioni: regione, dimensione economica e ordinamento tecnico economico.

Le oltre 86.000 aziende della RICA Comunitaria rappresentano quasi 5 milioni di aziende unionali, il 90% della superficie agricole e il 90% della Produzione Standard. La tabella sottostante mostra l'evoluzione della FADN comunitaria in funzione dell'ampliamento dell'Unione Europea. Nel grafico sono evidenziate le dimensioni dei campioni nazionali (dato medio 2015-2017).  Il campione italiano è arrivato a rappresentare, negli anni ottanta, il 30% del campione comunitario.

Attualmente (dati medi 2014-2019), il campione RICA Italiano si basa su un campione ragionato di circa 11.000 aziende, strutturato in modo da rappresentare le diverse tipologie produttive e dimensionali presenti sul territorio nazionale. Esso consente una copertura media a livello nazionale del 95% della Superficie Agricola Utilizzata, del 97% del valore della Produzione Standard, del 92% delle Unità di Lavoro e del 91% delle Unità di Bestiame.

 

COMPITI ISTITUZIONALI E UTILIZZATORI

Compito primario della RICA è quello di soddisfare i bisogni informativi della Unione Europea per la definizione e la valutazione della Politica Agricola Comunitaria (PAC). I dati della RICA rappresentano la principale fonte informativa sia per la Commissione Europea sia per i Paesi Membri, per valutare l'impatto delle proposte di modifica della PAC attraverso la simulazione di diversi scenari sulla sostenibilità aziendale (economica, ambientale, sociale e delle innovazioni).

La RICA è utilizzata per la giustificazione degli aiuti pubblici all'agricoltura cofinanziati dall'Unione Europea, per la valutazione dell'importanza delle imprese agricole come fornitori di beni comuni. Le informazioni raccolte con la RICA consentono inoltre di rispondere ai fabbisogni della ricerca e dei servizi alla consulenza aziendale, attraverso una serie di variabili ed indici sulle caratteristiche tecniche, economiche, patrimoniali e reddituali delle aziende agricole.

Per ciascuna azienda del campione vengono rilevate le informazioni che riguardano circa 1000 variabili (più di 2500 per la RICA Italiana) e viene compilata la scheda aziendale comunitaria (farm return), delineata nella sua struttura di base da specifici provvedimenti normativi della Commissione; nel tempo essa ha subito diverse modifiche ed integrazioni, in risposta alle maggiori esigenze di informazioni maturate nel tempo.  Le variabili rilevate riguardano:

Il quadro informativo della RICA Italiana, molto più ampio rispetto delle esigenze istituzionali della Commissione Europea, consente di realizzare analisi su diversi temi che vanno dalla produttività delle aziende agricole ai costi di produzione, dalla sostenibilità ambientale al ruolo della famiglia agricola.

Confronto tra la FADN comunitaria e la RICA italiana:

The numbers of GAIA EU-FADN IT-FADN
Types of accounting records, divided into 80 types of accounting transactions <20 30
Accounts managed directly by user 0 80
Types of agricultural machinery and equipment (farm tractor, farm kit, tank car, etc.) 0 300
Types of farm buildings (starehouse, stalls, greenhouse, dung-hill, silos etc.) 0 70
Types of soil (physical characteristics and fertility) 0 20
Crop species (arable land and arbored)and 6800 cultivars <100 380
Animal species and categories <30 100
Breeds/attitude:beef, milk, mixed, eggs, etc.) <10 290
Types of crop products (primary and processed - combinz crop-prod over 1.055 case) <50 54
Types of livestock products (primary and processed) <10 35
Categories of technical inputs (fertilizers, crop protection, feed, motor fuels, seeds, etc.) <25 110
Types of public aid (investments subsidies and annual payments) <300 500
Variables 1000 >2500

 

Some technical data EU-FADN IT-FADN
Georeferencing farms
Irrigated UAA
Volumes of irrigated water for single crops and fert-irrigation  
Amount of N, P, e K used in the farm level
Unit of N,P e K used in a single crop  
Use of protection crop for single cultivar (tokicity class  
Energt crops use
Type land use (minimum tillahe / no-tillage)  
Cover crop (es. date of seeding - date of harvest  
Environmental constraints - water directive UE
Environmental constraints - nature 2000 areas (SPA - SCI)  
Certification systems of the productive process (BIO, POD, PGI, etc.)  

 

Il database RICA viene utilizzato anche da utenti esterni alle istituzioni comunitarie: Ministero dell'Agricoltura, Regioni, Università e Istituti di ricerca, così come valutatori indipendenti, organizzazioni professionali e rappresentanti dei produttori agricoli, che richiedono informazioni utili a definire il contesto entro il quale sono attuate le misure di politica agricola e di sviluppo rurale.

In tale ambito la RICA ha fornito un fondamentale contributo alle analisi ed alle simulazioni inerenti le varie riforme della PAC, sia per le politiche di mercato, che per quelle di sviluppo rurale.

RISERVATEZZA

I dati raccolti nella RICA sono protetti e tutelati dal segreto statistico e sottoposti alle normative comunitarie (Reg. UE 2016/679 - GDPR) e nazionali (D. Lgs 196/2003 s.m.i.) sulla protezione dei dati personali, anche per successivi trattamenti, esclusivamente per finalità statistiche da parte della Commissione Europea e dai soggetti afferenti al SISTAN e potranno, inoltre, essere comunicati per finalità di ricerca scientifica alle condizioni e secondo le modalità previste dalle disposizioni vigenti per il trattamento di dati personali effettuato nell'ambito del sistema statistico nazionale. I medesimi dati vengono diffusi in forma aggregata, in modo tale che non sia possibile risalire ai soggetti che li hanno forniti o a cui si riferiscono. I regolamenti comunitari ne vietano un uso diverso da quello della valutazione delle politiche agricole e per studi ed analisi sul settore. I dati della RICA non possono essere utilizzati per controlli amministrativi o per verifiche fiscali.

Ai sensi delle normative vigenti, titolare del trattamento dei dati personali raccolti con la RICA è il CREA e responsabili del trattamento per il CREA sono, per le diverse fasi del processo di rilevazione e gestione di rispettiva competenza, il Direttore protempore del centro di Politiche e Bioeconomia del CREA e il Direttore Generale del CREA. 

CENNI STORICI

L’acronimo RICA deriva dal francese Réseau d’Information Comptable Agricole, meglio conosciuta come Farm Accountancy Data Network (FADN). In realtà esistono diverse reti contabili, una rete Comunitaria e delle reti nazionali con le loro caratteristiche.

Per l’Italia c’è una concordanza tra le due, quantomeno sul piano storico. Già all’avvio dell’indagine l’attuazione si è realizzata con modalità diverse, l’ambizione del dispositivo comunitario era molto grande se si considera la situazione dell’agricoltura e della tenuta della contabilità negli anni sessanta, soprattutto in Italia.

Alcuni dei Paesi fondatori della Comunità Europea, avevano già avviato da diversi decenni delle indagini sulla contabilità delle aziende agricole. L’Olanda aveva creato una rete contabile nel 1942, la Germania nel 1956, e per l’Italia la prima rilevazione contabile nelle aziende agricole fu avviata nel 1928 dall’allora nascente INEA, attività fortemente voluta dal Serpieri ed inserita nello statuto dell’Istituto.

Le rilevazioni, su un campione di poche centinaia di aziende, furono poi interrotte a seguito degli eventi bellici. Nel 1962, su proposta dell’INEA, venne ripresa la raccolta dei dati contabili su un campione di 1.500 aziende, ma la proposta non riuscì a trovare le risorse finanziarie necessarie.

Nel 1965, con l’istituzione della RICA comunitaria, l’INEA venne designato, con decreto del Presidente della Repubblica (DPR 1708/65), quale organo di collegamento per lo Stato italiano, in quanto unica istituzione pubblica idonea a ricoprire questo ruolo.

La RICA fu istituita appena dopo la nascita della Politica Agricola Comunitaria proprio per accompagnarla nel suo lungo percorso di sostegno al sistema agricolo europeo. L'iniziativa mirava a realizzare uno strumento di informazione che rispondesse ai criteri di uniformità nelle rilevazioni, nelle modalità di attribuzione dei valori e nelle modalità di rappresentazione del campione.

La diffusione della RICA in Europa ha seguito di pari passo il processo di allargamento dell’UE, arrivando a coprire gli attuali 28 Stati in cui l’indagine viene eseguita regolarmente. Ai Paesi dell’UE, si possono aggiungere le rilevazioni contabili realizzate con la stessa metodologia RICA, da alcuni decenni, in Svizzera e in Norvegia. A questi si andranno ad aggiungere nei prossimi anni altri Stati. Recenti sono le richieste di implementazione dell’indagine RICA da parte della Turchia, dei Paesi Balcani in preadesione per entrare nell’UE (Serbia, Albania, Macedonia e Montenegro) e di alcuni Stati dell’ex-Unione Sovietica (Azerbaigian).

L’Italia, grazie al prestigio di grandi economisti agrari come Baldini (presidente INEA dal 1962 al 1972), è stata uno dei principali promotori verso la Comunità Europea per l’istituzione di una rete di informazione sulla contabilità agraria come strumento di raccolta dati per elaborare la politica del settore su basi scientifiche.

I regolamenti di esecuzione furono emanati nei primi mesi del 1967; il 1968 è stato il primo anno contabile rilevato nel corso del 1969. In Italia la fase iniziale dell’indagine incontrò notevoli ostacoli, in modo particolare la forte diffidenza da parte degli agricoltori verso le rilevazioni statistiche e da una generale carenza nella cultura della contabilità.

Mentre in altri Paesi europei la rilevazione fu agevolata dalla presenza di uffici di contabilità fiscale e dal tipo di imposizione fiscale per le imprese agricole, in Italia fu necessario allestire una rete di uffici diffusi sul territorio nazionale, condizione questa prevista dallo stesso regolamento istitutivo della RICA. Per l’Italia il ruolo di questi uffici, costituiti e gestiti dall’INEA, era quello di promuovere la RICA presso gli imprenditori agricoli e le loro organizzazioni di rappresentanza, in modo da assicurare una rilevazione continua e sistematica.

LA RICA IN ITALIA

L'implementazione e l'avvio della RICA in Italia comportò un impegno organizzativo da parte dell'allora INEA non irrilevante. Nel 1969 vennero attivati dodici uffici di contabilità agraria (U.C.A.) con il compito di coordinare 350 rilevatori incaricati direttamente dall'Ente, ed impegnati a raccogliere i dati contabili su un campione di circa 4.000 aziende.

I risultati delle prime rilevazioni, elaborati a livello nazionale su uno dei primi computer ad uso civile, verranno pubblicati nel 1972 attraverso una serie di volumi (Le aziende agrarie italiane) che rappresentavano, a quei tempi, una fonte preziosa ed unica per molti ricercatori e studiosi di economia e politica agraria.

I primi anni della RICA in Italia coincisero con il trasferimento alle Regioni delle competenze in materia agricola, e con la scarsità delle risorse finanziarie per  la conduzione dell'indagine. Nella seconda metà degli anni settanta il campione RICA italiano, su richiesta della CEE, venne ampliato notevolmente, fino a raggiungere le 12 mila unità nell'anno contabile 1978, e la rete degli uffici di contabilità passarono da 12 a 21, a coprire tutte le Regioni e le Province autonome.

In questo periodo, sotto la presidenza del Professor Barbero, la rete di rilevazione venne ampliata,  e furono coinvolti gli assessorati all'agricoltura, gli Enti di sviluppo e soprattutto le organizzazioni professionali agricole, che fornirono un prezioso aiuto nella raccolta delle contabilità dietro il supporto tecnico e metodologico dell'INEA.

Agli inizi degli anni ottanta vennero definite nuove procedure di rilevazione (si passò dalla contabilità analitica degli anni settanta alla contabilità più semplificata) con un primo investimento verso la informatizzazione delle procedure (rappresentate dal CED della sede nazionale).

Il recepimento da parte dell’Italia dei regolamenti comunitari Direttiva CEE 159/72 e Reg. CEE 797/85 che prevedevano l’erogazione di un contributo alle aziende che si impegnavano a tenere la contabilità agraria, con la metodologia RICA, per quattro anni consecutivi, consentì all’ex INEA di ridurre notevolmente i costi per la raccolta dei dati. Un sostegno indiretto molto importante per la conduzione dell’indagine, e che contribuì ad ampliare ulteriormente il campione nazionale, in quanto le aziende beneficiarie dell'aiuto per la tenuta della contabilità erano ben più numerose del campione teorico RICA, creando un gruppo di aziende extra-RICA, fino a superare, nell'anno contabile 1989, le 28 mila unità rilevate, di cui 19 mila per la compilazione della Scheda comunitaria.

Negli anni novanta, che hanno rappresentato una delle fase più fiorenti ed interessanti della RICA Italiana, vennero realizzati, con la collaborazione di soggetti esterni (CSI Piemonte), importanti aggiornamenti della metodologia, con la messa a punto di procedure informatiche per la contabilità agraria e per la valutazione dell’efficienza aziendale. Iniziative che consentirono di migliorare le condizioni di accesso e di utilizzo della banca dati, accompagnate da una serie di iniziative finalizzate sia a valorizzare il patrimonio informativo per avviare studi ed analisi a supporto del Ministero, delle Regione e dei servizi di assistenza tecnica alle aziende.

Già a partire dalla metà degli anni ottanta alcune Regioni (Basilicata, Calabria, Liguria, Piemonte e Puglia) chiesero all’INEA di produrre delle analisi specifiche a partire dai dati RICA per valutare alcuni settori produttivi di interesse locale e per definire la cosiddetta "Azienda di riferimento" quale modello ideale di impresa secondo i parametri dettati dai regolamenti riformatori della PAC. Le attività condotte grazie alla presenza della RICA consentirono di sviluppare metodologie e modelli aziendali nell'ambito del supporto tecnico che l’INEA forniva ai Centri Interregionali di Divulgazione Agricola (CIFDA). Nei corsi CIFDA, molti dei quali tenuti dai ricercatori INEA, vennero formati i divulgatori agricoli destinati ai Servizi di Sviluppo Agricolo (SSA), molti dei quali diventeranno poi rilevatori storici dell’indagine RICA in molte regioni italiane.

A partire dal 1993 la base dati RICA fu interessata da una forte ristrutturazione, per rispondere alle richieste della Commissione Europea e ai mutamenti del sistema produttivo, per valorizzare e divulgare il ricco patrimonio informativo, e per ampliare gli utilizzi come fonte statistica per le ricerche economiche e sociali.

Dopo la riforma Mac Sharry, la RICA divenne lo strumento ideale per valutare alcune misure di accompagnamento della PAC, come ad esempio per la valutazione ex-post del Reg. (CE) 2078/1993, e alcuni fondi strutturali come il Reg. (CE) 950/97.

Per ampliare l’utilizzo della metodologia RICA, l’INEA progettò e realizzo uno specifico pacchetto software per la gestione aziendale denominato PEGASO (Pacchetto di Economia e Gestione Aziendale per Strutture Operative), utilizzato non solo ai fini didattici e nei corsi di formazione professionale, ma rappresentò uno strumento di riferimento per la valutazione dei piani di miglioramento degli investimenti aziendali cofinanziati dall'Unione Europea.

Nel 1994 l'indagine RICA venne inserita nel Sistema Statistico Nazionale (SISTAN),  quale indagine di interesse nazionale. Nello stesso periodo l’INEA entrò a far parte del  PACIOLI, un gruppo di economisti agrari europei coordinati dall'Università Olandese di Wageningen, che tutt'oggi organizza i workshop annuali per mettere a confronto studiosi e ricercatori che nei loro lavori utilizzano, con diversi modelli ed approcci, il dataset della RICA.

Alla fine degli anni novanta venne completato il processo di insourcing per sistematizzazione ed elaborazione dei dati rilevati. L’INEA, da questo momento in poi, gestirà con proprie risorse interne tutto il flusso dei dati e le procedure informatiche necessarie per il controllo qualitativo, l'archiviazione e la trasmissione dei dati alla Commissione Europea, con notevoli risparmi rispetto ai costi sostenuti per il servizio affidato all'esterno.

Con Agenda 2000 prese avvio una nuova fase della PAC, e alla RICA venne richiesto di ampliare gli ambiti di indagine, in particolare iniziarono ad essere indagati gli aspetti multifunzionali delle aziende agricole e l’adozione di tecniche ecocompatibili. Nei nuovi Programmi di Sviluppo Rurale (PSR), approvati nel 2000, fu escluso il sostegno diretto alle aziende per la tenuta della contabilità secondo la metodologia RICA. Questa importante fonte di finanziamento indiretta per la raccolta dei dati, per oltre un ventennio, aveva consentito alla RICA Italiana di selezionare, senza ulteriori oneri, le aziende da contabilizzare per il campione CE .

Nel 1997 iniziò la collaborazione con l’Istat per definire la metodologia di rilevazione per l’indagine campionaria sui Risultati Economici delle Aziende Agricole (REA) istituita in attuazione del Reg. CE 2223/1996 che introduce il Sistema Europeo dei Conti Nazionali (SEC/95).

Per la raccolta dei dati dell’indagine REA, dal 1999 al 2001, vennero coinvolti alcuni rilevatori della rete RICA. Nel 2002, sotto la presidenza del professor Adornato, venne approvato dalla Conferenza Stato-Regioni il Protocollo d’Intesa tra INEA, ISTAT e Regioni/Province autonome per la conduzione coordinata delle due indagini RICA e REA, con l’obiettivo di razionalizzare il sistema di rilevazione, migliorare la qualità dei dati, e attenuare il disturbo statistico.  L’integrazione tra le due indagini, di interesse nazionale e comunitario, rappresenta ancora oggi una novità importante non solo a livello Italia; non esistono esempi simili a livello europeo.

Attraverso il protocollo sulle statistiche agricole venne, inoltre, definita anche la fonte di finanziamento dell’indagine RICA-REA. Nel periodo 2003-2008 vide la partecipazione finanziaria anche delle Regioni e delle Province Autonome. A partire dal 2009 l’indagine RICA-REA viene, invece, finanziata solo con fondi nazionali e comunitari.

A distanza di oltre quindici anni dall'avvio dell’indagine RICA-REA, dopo alcuni problemi organizzativi iniziali dovuti essenzialmente alla disponibilità delle aziende selezionate in modo casuale, i risultati ottenuti hanno soddisfano sia le istituzioni coinvolte, in termini di minori costi e maggiore efficienza nella fase di rilevazione, sia il mondo della ricerca che ne ha apprezzato la maggiore rigorosità statistica. Integrazione che ha evitato la sovrapposizione e la duplicazione di dati, ha ridotto il fastidio per le aziende selezionate, ed ha ottimizzato l’uso delle risorse finanziarie e umane disponibili.

Nel 2002 l'ex INEA avviò una riflessione interna particolarmente complessa e lunga che ha portato ad una profonda revisione della metodologia contabile, e che si è completa nel 2008 con l’adozione di un nuovo software di contabilità in partita doppia denominato GAIA (Gestione Aziendale delle Imprese Agricole).

Nel primo decennio del nuovo millennio la RICA è stata ampiamente utilizzata per la programmazione e la valutazione dei PSR nelle fasi 2000-2006, 2007-2013 e 2014-2020, per valutare gli effetti della riforma Fischler sul sistema agricolo, per alimentare una serie di analisi finalizzate alla realizzazione di studi specifici su comparti particolari produttivi (cerealicolo, olivicolo, frutticolo, bovini da latte, ecc.), sulle tecniche produttive ecocompatibili, sui sistemi aziendali colpiti dalla crisi finanziaria iniziata nel 2008.

A partire dal 2010 l’ex INEA ha avviato una nuova fase, ideando e sviluppando un’ampia gamma di applicazioni software sia per migliorare l’efficienza delle attività amministrative e tecniche dell’indagine, sia per consentire una maggiore diffusione dei dati, sia per divulgare alcune applicazioni gestionali originali ed innovative, per rispondere al paradigma dell'agricoltura 4.0