Campania1
La proposta di regolamento sui pagamenti diretti, che ha il compito di ridurre le differenze nell'ammontare di aiuti del Primo pilastro percepiti dagli Stati membri, prevede l'abbandono del criterio storico di distribuzione dei pagamenti diretti ed il passaggio ad un pagamento forfettario ad ettaro al fine di rendere la distribuzione degli aiuti più omogenea, non solo tra Stati membri, ma tra aziende appartenenti allo stesso territorio.
In Italia, la rottura del legame tra aiuti storici, aziende e territori determinerà una redistribuzione degli aiuti che avrà effetti più o meno rilevanti a seconda del criterio di regionalizzazione applicato (vedere nota metodologica propedeutica alle simulazioni regionali sugli effetti della iforma dei pagamenti diretti).
Le simulazioni sono realizzate sulla base di due scenari e tengono conto unicamente di due aiuti (pagamento di base + pagamento verde), quota di aiuto a cui tutte le aziende possono accedere. Non tengono invece conto del pagamento per le zone svantaggiate, pagamento per i giovani agricoltori, pagamento accoppiato e pagamento per i piccoli agricoltori poichè è difficile definire a priori i pesi di ciascuna Regione.
Nel primo scenario si suppone che il massimale per il pagamento di base e per il pagamento verde siano distribuiti tra le Regioni sulla base del peso che ciascuna di esse riveste sulla SAU nazionale.
Nel secondo scenario, invece, si ipotizza che il massimale per il pagamento di base sia distribuito tra le Regioni sulla base del peso che ciascuna di esse riveste nella distribuzione storica degli aiuti.
Preliminarmente appare utile fare alcune considerazioni sull'agricoltura campana: nel 2009 il settore agricolo in Campania ha rappresentato il 3% del PIL regionale (INEA, 2011). Si tratta di un valore superiore alla media nazionale, attestata su 2,3 % e leggermente inferiore con quello delle regioni meridionali 3,7%. Il dato sorprendete è che, nonostante la crisi del biennio 2009/10, il contributo del settore agricolo alla formazione del valore aggiunto dell'economia regionale ha confermato il suo peso negli ultimi anni in termini percentuali, presentando un calo del 0,6% del 2009 rispetto al 2008, nettamente inferiore alle diminuzioni a doppia cifra di altri settori economici.
Il settore rappresenta di fatto un ruolo importante per l'occupazione, con il 7,5% degli occupati attivi, che assume un peso ancor più significativo se si considerano gli occupati stagionali come gli immigrati, distribuiti su tutto il territorio, di cui si continua a registrare un incremento di anno in anno.
Nel complesso, la produzione vendibile del settore nel 2009 ha superato i 3.100 milioni di euro (INEA, 2010). Il comparto produttivo che contribuisce maggiormente alla formazione della ricchezza prodotta, in termini di produzione vendibile, è quello dei seminativi (40%) e in questo primeggia l'orticoltura, seguito dalla zootecnia (20,7%) e dalle coltivazioni arboree (19,8%).
Si tratta, quindi, di un settore, quello agricolo, che ha dimostrato una vitalità economica ed una stabilità anche nei periodi di crisi in considerazione delle eccellenze produttive evidenziate dai 30 riconoscimenti per il settore vitivinicolo (fra DOCG, DOC e IGT) e dai 20 prodotti a denominazione di origine (DOP, IGP e STG) concentrate soprattutto nell'ortofrutta e cereali; un paniere piuttosto ampio e variegato che rappresenta in termini numerico quasi il 10% (210) del totale Italia che a sua volta è il più ricco dell'UE (22,6% del totale). In termini di superficie, in Campania sono interessati oltre 2.000 ettari a produzioni d'origine.
Tabella 1 - Produzione vendibile (valori in milioni di euro)
Comparto | Campania | % | Italia | % |
---|---|---|---|---|
1 - Seminativi | 1.251,01 | 40,0 | 11.247,00 | 25,3 |
2 - Ortofloricoltura | 202,50 | 6,5 | 1.467,00 | 3,3 |
3 - Arboreo | 618,46 | 19,8 | 9.899,00 | 22,3 |
di cui viticolo | 80,79 | 2,6 | 2.975,00 | 6,7 |
frutticolo | 407,34 | 13,0 | 4.167,00 | 9,4 |
olivicolo | 110,32 | 3,5 | 1.451,00 | 3,3 |
4 - Zootecnico | 647,42 | 20,7 | 14.860,00 | 33,5 |
di cui erbivori | 380,05 | 12,1 | 8.080,67 | 18,2 |
granivori | 265,75 | 8,5 | 6.738,49 | 15,2 |
5 - Foraggere | 110,53 | 3,5 | 1.600,00 | 3,6 |
6 - Servizi Connessi | 300,52 | 9,6 | 5.303,00 | 12,0 |
PV totale | 3.130,44 | 100,0 | 44.376,00 | 100,0 |
In tale contesto, analizzando i dati forniti dall'elaborazione sulla Banca Dati RICA ed effettuando una media dei valori inerenti il triennio 2007/2009, si può osservare l'importante incidenza degli aiuti sulla SAU, ma soprattutto sul reddito delle aziende.
La simulazione realizzata sulla base dello scenario 1 fa emergere che il passaggio da un aiuto storico ad un aiuto forfettario comporta forti differenze, soprattutto negative, del peso percentuale degli aiuti sul reddito per alcuni poli: per i seminativi, il peso dell'aiuto sul reddito passa da 47,7% a 25,7%, facendo registrare una riduzione dell'aiuto del 62,2%; per l'erbaceo-arboreo si registra un -64% di variazione dell'aiuto, il cui peso sul reddito passa da 17,5% a 7,1%; per l'arboreo, la riduzione dell'aiuto è del 28,9% e il suo peso sul reddito passa da 19% a 14,3%.
Per quanto riguarda il polo arboreo è possibile notare una forte e significativa diminuzione subita nel settore olivicolo che evidenzia una variazione negativa del peso degli aiuti sul reddito netto che passa da 44,1% a 29,3%. Al contrario, si registra un aumento degli aiuti nel settore vinicolo (+121%) il cui peso sul reddito passa dal 4,7% al 9,7%.
Per le aziende che non ricevono l'aiuto, il passaggio ad un aiuto forfettario evidenzia un limitato peso percentuale degli aiuti sul reddito: si parte da un minimo dello 0,6%, per il polo granivoro, fino a raggiungere l'8,3% nel polo erbaceo-arboreo.
In generale quindi, se esaminiamo l'universo di tutte le aziende, la variazione dell'aiuto colpisce negativamente alcuni poli, ovvero i seminativi e l'erbaceo-arboreo, con un crollo di circa il 50%, e positivamente i settori vinicoli e frutticoli. Quest'ultimo registra addirittura una variazione positiva del 1043%, mentre risulta irrisorio la variazione del peso dell'aiuto sul reddito per altri poli come orticoltura e granivoro.
Se l'analisi dei dati viene condotta su base altimetrica, invece che sui singoli poli, riscontriamo una variazione negativa dell'aiuto superiore al 40% in collina ed in pianura, per aziende che fino al 2009 ricevevano gli aiuti, contro una lieve incidenza positiva per le aziende che non ricevevano gli aiuti. Se invece consideriamo l'universo di tutte le aziende, fortemente significativo è il dato della pianura che fa registrare un aumento degli aiuti del 73,3%.
Procedendo con l'analisi dei dati ottenuti dalla simulazione realizzata sulla base dello scenario 2, differente dallo scenario precedente per la diversa distribuzione del massimale nazionale relativo al pagamento di base, si può osservare che non vi sono grandi differenze, ma tale scenario attutisce leggermente gli effetti prodotti dal primo scenario.
Dai risultati ottenuti dalle due simulazioni si evince che la proposta di regolamento inciderà negativamente sull'agricoltura della regione Campania in quanto colpisce comparti produttivi fortemente significati in termini di PLV, e questo per motivi e cause diversi:
- i seminativi, che rappresentano oltre il 40% della PLV campana, ma anche vaste aree dei territori marginali, saranno fortemente penalizzati dalla riforma,
- l'aumento per il comparto ortofloricolo e l'allevamento misto di fatto non risulta significativo e comunque non incidente sul reddito aziendale.
- Il comparto frutticolo, la cui produzione vendibile rappresenta il 13% di quella regionale, trarrà vantaggio da questa riforma anche se in termini di reddito aziendale non inciderà in modo evidente.
Riferimenti bibliografici
INEA (2011), L'Agricoltura nella Campania in Cifre 2010, INEA.
INEA (2010), Annuario dell'Agricoltura Italiana, Volume LXIII, 2009, INEA, Roma.
NOTE:
1. A cura di Concetta Menna della sede regionale INEA per la Campania.
SCENARIO 1
Aiuto forfetario regionale 232,6 €/ha (pagamento base "peso SAU" + pagamento verde "peso SAU") - anno 2019
SCENARIO 2
Aiuto forfetario regionale 240,4 €/ha (pagamento base "peso PD" + pagamento verde "peso SAU") - anno 2019
SCENARIO 3
Aiuto forfettario regionale 288,6 €/ha (peso SAU) - anno 2020
SCENARIO 4
Aiuto forfettario regionale 302,8 €/ha (peso pagamenti diretti - PD) - anno 2020
SCENARIO 5
Aiuto forfettario regionale 579,3 €/ha (peso valore aggiunto - VA) - anno 2020