Italia1
La valutazione degli impatti regionali delle ipotesi di riforma secondo due scenari alternativi è stata realizzata su un campione RICA Italia di 12.431 aziende. Di queste, nel triennio di riferimento 2007/2009, il 75% è stato beneficiario di pagamenti diretti, compreso il pagamento unico, con una concentrazione nel polo seminativi (30%), arboreo (23%) e erbivoro (25%). La dimensione media delle azienda con aiuti è di 42 ettari, mentre molto più contenuta è la dimensione media delle aziende che nel triennio non hanno percepito aiuti diretti (14 ettari). In quest'ultimo gruppo, il polo più rilevante è quello delle arboree (54%). In termini di risultati economici, le aziende senza aiuti hanno fatto registrare nel triennio un reddito netto di 60.474 euro, molto più elevato del reddito netto unitario delle aziende con aiuti (poco meno di 47.000 euro). In questo gruppo, gli aiuti sono stati mediamente pari a 12.238 euro ad azienda e 290,6 €/ha, rivestendo una quota del 26% del RN.
Il 46% delle aziende del campione è localizzato nell'Italia Settentrionale, con una leggera prevalenza dell'area del Nord-Est. Il 46% delle aziende del campione Italia ricade in collina, il 33% in pianura e le restanti aziende in montagna. Restringendo l'attenzione alle oltre 9.000 aziende con aiuti, viene mantenuta l'ordine di importanza delle tre zone altimetriche, con una leggera perdita di importanza delle aziende di montagna, che spiegano meno del 19% del totale delle aziende con aiuti.
Differenze di rilievo tra le circoscrizioni geografiche si rilevano in merito al reddito netto medio per azienda. Infatti, a differenza di quanto accade in Italia nel suo insieme, nel Nord-Ovest il reddito netto delle aziende con aiuti supera i 70.000 euro e sovrasta di poco meno di 20.000 euro il reddito netto medio delle aziende senza aiuti. Questo risultato si deve soprattutto ai risultati produttivi delle aziende con specializzazione zootecnica (aziende con erbivori, granivori e allevamento misto). Altra differenza di rilievo, ma di segno opposto, si rileva nel Centro Italia. Infatti, in questo caso, le aziende senza aiuti registrano un redito netto di oltre 100.000 euro, grazie al polo arboreo, mentre le aziende con aiuti producono mediamente 42.500 euro di reddito netto.
In termini di zona altimetrica, il reddito netto più elevato si registra in pianura (mediamente oltre 60.000 euro). Solo le aziende senza aiuto di montagna fanno registrare un reddito netto più alto e pari a circa 72.000 euro, grazie all'influenza delle aziende del Centro.
Scenario 1
Nel primo scenario è stato ipotizzato un aiuto unitario identico in tutte le Regioni italiane, calcolato, come già esplicitato nella metodologia, sulla base di una ipotetica ripartizione del pagamento base e del pagamento verde in relazione al peso della SAU. In tale ipotesi, l'analisi per polo e per circoscrizione geografica evidenzia una variazione media negativa degli aiuti dell'11,4% con andamenti abbastanza difformi tra i vari territori: si va dal - 27,3% dell'Italia Nord-Occidentale al + 38,3% dell'Italia Insulare.
Tali risultati sono direttamente ascrivibili agli ordinamenti produttivi caratterizzanti le aree del Paese: i seminativi, infatti, risentono in misura maggiore della modifica dell'importo degli aiuti (- 38,6%), raggiungendo nell'Italia Nord-Occidentale una riduzione pari quasi al 60%. Anche nella altre circoscrizioni geografiche la diminuzione dell'aiuto ai seminativi è elevata, ma assomma al più al -38% nell'Italia centrale, territorio in cui è presente la coltivazione del tabacco, anch'essa caratterizzata da elevati premi unitari. Nell'Italia Insulare, formata da Regioni nelle quali solo l'ordinamento seminativi, peraltro non numericamente prevalente, ha, nell'ambito del campione RICA analizzato, un aiuto nel triennio di riferimento 2007/09 più elevato di quello ipotizzato in questa simulazione, si registra un positivo impatto della riforma. L'ortofloricoltura è l'ordinamento che registra, in questo scenario, i risultati migliori, con un incremento medio dell'aiuto unitario di circa 170 €/ha, che nell'Italia Centrale si attesta a +201 €/ha. Questo aumento incide poco sulla variazione del reddito netto (in Italia pari, in media, al +2,2%), essendo l'ordinamento molto redditizio e poco dipendente dagli aiuti.
Relativamente poi all'analisi dei dati per zona altimetrica, è la montagna ad avvantaggiarsi della riforma del sistema di sostegno: gli aiuti per ettaro più che raddoppiano, con ricadute positive sia sul reddito netto (+11,3%) che sull'incidenza degli aiuti sul reddito netto (che aumenta di quasi 10 punti percentuali). Tale risultato si rileva in tutte le circoscrizioni geografiche, ma è nell'Italia Nord-Occidentale che si registra l'incremento percentuale dell'aiuto più elevato (+334%), territorio nel quale è elevata la presenza di pascoli e di erbai, non oggetto di aiuti nell'attuale periodo di programmazione. Di contro, è in pianura che la diminuzione dell'aiuto unitario è più elevata (-44,4%), riduzione che nell'Italia Nord-Occidentale è ancora più accentuata, arrivando a -61,6%. Va evidenziato che, nel campione analizzato, le aziende di pianura dell'Italia Nord-Occidentale rappresentano circa 1/4 del totale Italia. In collina, mediamente, gli aiuti diminuiscono poco (-2,2%), con differenziazioni territoriali significative: si va dal-14,4% dell'Italia Meridionale al +77,2% dell'Italia Insulare.
Scenario 2
Il secondo scenario ipotizza una distribuzione del pagamento di base tra le Regioni sul principio del peso che ciascuna di esse riveste nella distribuzione storica degli aiuti. Il valore del pagamento verde, invece, è attribuito sulla base del peso che ciascuna Regione riveste sulla SAU nazionale. Nell'analisi per circoscrizione geografica, il valore dell'aiuto utilizzato per la simulazione è calcolato come media del valore degli aiuti delle singole Regioni appartenenti alla circoscrizione, pesati con la relativa SAU dei poli e/o della zona altimetrica.
Anche in questo secondo scenario si registra, a livello Italia, una diminuzione degli aiuti (-17,5%) e del reddito netto (-3,2%), più accentuata rispetto alla precedente simulazione e comune, in misura diversa, a tutte le circoscrizioni geografiche. L'ordinamento maggiormente penalizzato è, anche in questo scenario, quello dei seminativi, che fa registrare una variazione degli aiuti del -38,3%, e del reddito netto, del -19,6%.
L'analisi per circoscrizione geografica evidenzia che, mentre sia nell'Italia Nord-Occidentale che Nord-Orientale sono gli ordinamenti zootecnici e i seminativi ad essere maggiormente penalizzati dal nuovo importo dell'aiuto, nelle altre circoscrizioni sono i seminativi a subire le maggiori decurtazioni (-43,6% nell'Italia Centrale, -21,8% nell'Italia Meridionale e -17,4% nell'Italia Insulare). Gli ordinamenti arboreo e ortofrutticolo registrano un incremento degli aiuti in Italia, pari rispettivamente al 44% e al 70%. Il dato, però, non è uniforme in tutta la Penisola: nel Nord questi ordinamenti presentano un incremento maggiore della media, mentre nel Meridione le coltivazioni arboree vedono ridurre il premio del 30%.
Anche nel secondo scenario si evidenzia un incremento dei premi in montagna di circa il 70%, mentre la collina (-11,5%) e ancor più la pianura (-40%) subiscono una riduzione degli aiuti. Come nel primo scenario, gli aumenti maggiori sono presenti nella montagna del Nord Italia. Le aziende di pianura Nord-Occidentale presentano il tasso di diminuzione più elevato degli aiuti (-53%).
NOTE:
1. A cura di Maria Rosaria Pupo D'Andrea della sede regionale INEA per la Calabria e di Carmela De Vivo della sede regionale INEA per la Basilicata.
Italia1
La valutazione degli impatti regionali delle ipotesi di riforma secondo i tre scenari alternativi è stata realizzata su un campione RICA Italia di 12.654 aziende, relativo al triennio 2008/2010. Il 76% delle aziende è stata beneficiaria di pagamenti diretti, compreso il pagamento unico, con una concentrazione nel polo seminativi (33%), arboreo (22%) e erbivoro (22%). La dimensione media delle azienda con aiuti è di oltre 44 ettari, mentre le aziende che non hanno percepito aiuti nel triennio considerato hanno dimensioni maggiori (52 ha), con un prevalenza del polo erbivoro (36%). In termini di risultati economici, il reddito netto non varia molto tra i due gruppi di aziende, attestandosi mediamente intorno ai 64.000 euro. L'importo degli aiuti è stato pari a 12.467 euro ad azienda e 282.7 €/ha, rivestendo una quota del 19% del RN.
Il 45% delle aziende ricade in collina, il 32% in pianura e le restanti aziende in montagna. Restringendo l'attenzione alle oltre 9.000 aziende con aiuti, viene mantenuta l'ordine di importanza delle tre zone altimetriche, con una leggera perdita di importanza delle aziende di montagna che spiegano poco più del 17% del totale delle aziende con aiuti.
In termini di zona altimetrica, il reddito netto più elevato si registra in pianura (mediamente oltre 99.000 euro); segue la collina (50.600 €) e la montagna (43.200 €).
Scenario 3
Nel terzo scenario è stato ipotizzato un aiuto unitario identico in tutte le regioni italiane, calcolato, come già esplicitato nella metodologia, sulla base di una ipotetica ripartizione in relazione al peso della SAU. In tale ipotesi, nelle aziende che hanno percepito il premio nel triennio analizzato si evidenzia un lieve incremento degli aiuti (+ 2%), legato ad un sostanziale redistribuzione interna degli stessi. Se da un lato, infatti, si registra una variazione media negativa degli aiuti del - 16.6% nel polo seminativi, particolarmente accentuato se si analizza l'ordinamento riso (- 47%) ed una riduzione del - 54% per le aziende olivicole, dall'altra i poli assimilabili alla zootecnia (erbivoro e allevamento misto) fanno registrare incrementi consistenti.
I risultati non sono omogenei tra le circoscrizioni geografiche, in relazione alla vocazione produttiva dei territori stessi. Per cui, se nell'Italia nord occidentale e nord orientale i seminativi risultano essere le coltivazioni più colpite, ed in particolare il riso (-47%), nell'Italia meridionale ed insulare le coltivazioni arboree, ed in particolare l'olivo (-62%) fanno registrare le maggiori variazioni percentuali negative degli aiuti.
Relativamente poi all'analisi dei dati per zona altimetrica, è la montagna ad avvantaggiarsi della riforma degli aiuti: gli aiuti per ettaro sono più che raddoppiati, con ricadute positive sia sul reddito netto (+17,6%) che sugli aiuti per azienda. Tale risultato si rileva in tutte le circoscrizioni geografiche: nell'Italia Nord occidentale si registra il maggior incremento (+ 317%), territorio nel quale è elevata la presenza di pascoli e di erbai, non oggetto di aiuti nell'attuale periodo di programmazione. Di contro è in pianura che la diminuzione dell'aiuto unitario è più elevata (- 26,5%), riduzione che nell'Italia meridionale è ancora più accentuata, arrivando a -29,5%. In collina, mediamente, gli aiuti aumentano del 17,6%, con differenziazioni territoriali significative: si va dal +115,4 dell'Italia insulare al + 5,3 dell'Italia centrale.
Scenario 4
Il quarto scenario ipotizza una distribuzione dell'aiuto tra le regioni sul principio del peso che ciascuna di esse riveste nella distribuzione storica degli aiuti. Nell'analisi per circoscrizione geografica, il valore dell'aiuto utilizzato per la simulazione è calcolato come media del valore degli aiuti delle singole regioni appartenenti alla circoscrizione, pesati con la relativa SAU dei poli e/o della zona altimetrica.
Anche in questo quarto scenario si registra, a livello Italia, nelle aziende che hanno percepito il premio nel triennio analizzato un incremento degli aiuti del +0,6% e una sostanziale stabilità del reddito netto (+0,1%), meno incisivo rispetto alla precedente simulazione e presenti, in misura diversa, in tutte le circoscrizioni geografiche. Gli ordinamenti maggiormente penalizzati sono quelli degli erbivori e dei granivori, che fanno registrare rispettivamente una variazione degli aiuti del -52,7% e del 50,8%. La riduzione degli aiuti nei seminativi si attesta al -38.3%. Queste diminuzioni hanno effetti differenti sul reddito netto, in relazione al relativo peso degli aiuti sul reddito, e sono molto più negativi per i seminativi (-19,6% del RN) rispetto agli altri due ordinamenti (-2,5% per gli erbivori e - 0,9 per i granivori).
L'analisi per circoscrizione geografica evidenzia che, mentre nell'Italia sia nord occidentale che nord orientale e centrale sono gli ordinamenti zootecnici e i seminativi ad essere maggiormente penalizzati dal nuovo importo dell'aiuto, nelle'Italia meridionale ed insulare le coltivazioni arboree subiscono le maggiori decurtazioni.
La montagna evidenzia il maggiore incremento degli aiuti (oltre il 70%), seguita dalla collina (+2,4%), mentre le aziende di pianura subiscono una riduzione degli aiuti del -11,2%. Come nel terzo scenario, gli aumenti maggiori sono presenti nella montagna del nord Italia. Le aziende di pianura insulare presentano il tasso di diminuzione più elevato degli aiuti (-43%).
Scenario 5
Il quinto scenario ipotizza una distribuzione dell'aiuto tra le regioni sul principio del peso che ciascuna di esse riveste nella distribuzione del valore aggiunto. Anche in questo scenario, nell'analisi per circoscrizione geografica, il valore dell'aiuto utilizzato per la simulazione è calcolato come media del valore degli aiuti delle singole regioni appartenenti alla circoscrizione, pesati con la relativa SAU dei poli e/o della zona altimetrica.
Il quinto scenario evidenzia, a livello Italia, nelle aziende che hanno percepito il premio nel triennio analizzato, una riduzione degli aiuti del -4,3% e una sostanziale stabilità del reddito netto (-0,8%). il decremento maggiore degli aiuti si registra nell'Italia meridionale (-17,9%in media con punte di -27,4% per i cereali). Anche l'Italia nord occidentale registra un a riduzione media del -9,8%, valore che raggiunge il -48,8% per il riso.
Anche questo scenario si evidenzia un incremento dei premi in montagna di circa il 95%; in collina ed in pianura, invece, le aziende di pianura subiscono una riduzione degli aiuti rispettivamente del -2,8% e del -20,4%. Come negli altri scenari, gli aumenti maggiori sono presenti nella montagna del nord Italia (+142% nell'Italia nord occidentale e + 129% nell'Italia nord orientale). Le aziende di pianura meridionale presentano il tasso di diminuzione più elevato degli aiuti (-41,8%).
NOTE:
1. A cura di Maria Rosaria Pupo D'Andrea della sede regionale INEA per la Calabria e Carmela De Vivo della sede regionale INEA per la Basilicata.
SCENARIO 1
Aiuto forfetario regionale 232,6 €/ha (pagamento base "peso SAU" + pagamento verde "peso SAU") - anno 2019
SCENARIO 2 - ALTIMETRIA
Aiuto forfetario per circoscrizione e per altimetria calcolato come media ponderata delle regioni (pagamento base "peso SAU" + pagamento verde "peso SAU") - anno 2019
SCENARIO 3
Aiuto forfettario regionale 288,6 €/ha (peso SAU) - anno 2020
SCENARIO 4
Aiuto forfettario regionale (peso pagamenti diretti - PD) - anno 2020
SCENARIO 5
Aiuto forfettario regionale (peso valore aggiunto - VA) - anno 2020