Emilia-Romagna1
La riforma della PAC a partire dal 2014 prevede l'applicazione del criterio di convergenza con cui si intende rendere la distribuzione degli aiuti più omogenea rompendo il legame tra aiuti storici, aziende e territori ed avrà effetti a cascata più o meno rilevanti nei diversi territori regionali ma soprattutto nei diversi comparti produttivi.
Nello specifico, per la comprensione su larga scala dei possibili effetti redistributivi dell'applicazione del suddetto criterio in regione Emilia-Romagna, si è fatto riferimento ad un campione di 1119 aziende agricole del database RICA, per le quali si sono considerati solo due aiuti (pagamento base e pagamento verde), per cui queste ipotesi rappresenteranno il punto "di minima" per diverse aziende che avendone i requisiti, potranno accedere anche agli altri aiuti (giovani, zone con svantaggi specifici, aiuto accoppiato). Si consiglia prima di procedere di seguito all'approfondimento su quanto emerso dalle simulazioni, di leggere attentamente la nota metodologica allegata in cui sono forniti tutti i dettagli a monte dell'analisi.
Il campione di aziende della Regione Emilia-Romagna preso in esame per l'81% rientra nello schema del pagamento unico e degli altri pagamenti diretti. Nel complesso, la collocazione altimetrica delle aziende presenti nel campione si individua per il 68% in aree di pianura, per il 21% in aree di collina e per il restante 10% nelle aree montane. La numerosità aziendale maggiore si registra per i settori dei seminativi (322 aziende) ed erbivoro (210 aziende), produzioni che presentano superfici aziendali con una media di 43,9 ettari e 44,9 ettari, rispettivamente. Il comparto arboreo è rappresentato, invece, da 176 aziende con una superficie media di 26,4 ettari.
Nelle simulazioni che seguono si terrà conto di due diversi criteri distributivi:
- scenario 1, legato al peso che ciascuna Regione amministrativa riveste nella distribuzione della SAU nazionale, quale quella che deriva dal 6° Censimento generale dell'agricoltura;
- scenario 2, che tiene conto anche del peso che attualmente rivestono le Regioni nella distribuzione degli aiuti.
Scenario 1
Esaminando i valori del primo scenario si osserva come il reddito netto aziendale per le aziende che percepiscono il PUA e gli aiuti diretti tenderebbe mediamente a ridursi del 4%. La riduzione più marcata sarebbe individuabile nel comparto dei seminativi (-15,5%) mentre l'aumento maggiore si registrerebbe nel comparto arboreo, che vedrebbe un incremento del reddito netto aziendale medio dell'11,3%. Per questi due ordinamenti produttivi si osserverebbe come gli importi destinati agli aiuti subirebbero nel primo caso una riduzione del 23,9%, mentre nel secondo un incremento di oltre il 122,6%.
Volendo considerare nel loro insieme tutti i comparti produttivi presenti a livello regionale, le aziende che attualmente percepiscono il pagamento unico e gli aiuti diretti vedrebbero una riduzione media aziendale degli aiuti del 16,5%, percentuale che andrebbe a ridurre la componente di aiuti sul reddito netto di 3,2 punti percentuali. In particolare, le riduzioni più marcate a livello regionale si avrebbero per i comparti dei seminativi e erbivori, rispettivamente -6,4 punti percentuali e -6,9 punti percentuali, mentre a beneficiare del nuovo sistema redistributivo sarebbe il settore arboreo che si stima potrebbe contare su un incremento di 9,2 punti percentuali. L'effetto di redistribuzione degli aiuti per ettaro colpirebbe maggiormente il settore seminativo ed erbivoro, quest'ultimo, però, partendo da un reddito netto più elevato a livello aziendale non risentirebbe eccessivamente delle variazioni degli aiuti intesi in termini percentuali. Per il settore arboreo invece si stima un incremento degli aiuti del 122,6% per le aziende che ad oggi percepiscono il PUA ed i pagamenti diretti, valore che aumenterebbe fino al 311,2% se si considerano tutte le aziende arboricole del campione. Per il comparto arboreo questa variazione porterebbe ad un incremento medio del reddito netto del 15,2%. Sempre all'interno del primo scenario una situazione diversa si può osservare per le aziende che ad oggi non percepiscono alcun PUA o aiuto diretto. In questo caso il pagamento ad ettaro porterebbe ovviamente in tutti i casi degli aumenti di reddito netto con incidenze più o meno marcate sul reddito netto aziendale e della superficie beneficiaria a seconda dell'ordinamento produttivo aziendale e quindi del reddito netto ad esso associato.
Complessivamente, a livello regionale, si può osservare che il primo scenario non porterebbe delle variazioni di particolare rilievo in termini economici. In questo scenario difatti si stima una perdita di reddito netto per l'intero comparto agricolo regionale di 1,2%, con una riduzione media degli aiuti del 5,8%, aiuti che pesano in media sul reddito netto aziendale per il 20%, con una riduzione solo di 1 punto percentuale. Quello che risulta interessante è però una sorta di ricollocazione degli aiuti dalle fasce altimetriche di pianura a quelle montane: le aziende dell'Appennino difatti vedrebbero un incremento del reddito netto (specialmente le aziende che oggi non percepiscono alcun PUA o aiuto diretto, +611,4%) del 23,3%, mentre la pianura registrerebbe una riduzione del 5%. È importante sottolineare, però, che la numerosità aziendale nelle aree montane è notevolmente inferiore a quella della pianura, pertanto non si avrebbe una ricollocazione del reddito a livello regionale, che resterebbe comunque prevalentemente oncentrato nelle fasce altimetriche pianeggianti.
Scenario 2
Riferendosi allo scenario che prende in considerazione il criterio del peso che storicamente le Regioni rivestono nella distribuzione degli aiuti, si osserverebbe una riduzione del reddito netto di tutto il comparto agricolo regionale dello 0,8%, riduzione inferiore a quella registrata nell'altra simulazione per via della variazione dell'aiuto forfettario considerato, che passa da 232,6 €/ha a 237,8 €/ha. Le variazioni percentuali e gli scostamenti rimangono pertanto correlati, con valori più o meno marcati, a quelli elaborati nel primo scenario. Anche in questo caso i settori maggiormente esposti alle variazioni negative (nel caso in cui le aziende percepiscono il PUA ed aiuti diretti) sono quelli dei seminativi ed erbivoro, mentre a beneficiare maggiormente della variazione sarebbero il settore arboreo ed erbaceo. Per le aziende che attualmente non percepiscono il PUA o aiuti diretti si registrerebbero delle variazioni positive di reddito netto con aumenti complessivi medi pari al 16,8%.
Esaminando la situazione complessiva del campione regionale la riduzione media dell'aiuto per l'intero comparto sarebbe del 4%, mentre l'incidenza degli aiuti sul reddito netto si ridurrebbe di meno di 1 punto percentuale (-0,6). Anche in questo secondo scenario la variazione percentuale più elevata degli aiuti che verrebbero assegnati con la nuova ripartizione si registra per il settore Arboreo che vedrebbe un aumento del 320%, valore che incrementerebbe il reddito medio aziendale del comparto arboreo del 15,6%. Infine come verificato nella prima simulazione, anche in questo caso la redistribuzione degli aiuti avvantaggerebbe le aziende collocate nelle aree montane e collinari, dove si stima che queste potrebbero godere di un incremento del reddito netto del 24,2% e del 3,1%, rispettivamente. Tali incrementi risultano ancor più marcati se queste aziende precedentemente non rientravano nel sistema di PUA e degli aiuti diretti: +625% montagna, e +10% collina. Rimane a calmierare questi incrementi la numerosità aziendale, che in queste aree risulta nettamente inferiore.
Conclusioni
In linea generale l'applicazione di un criterio piuttosto che l'altro nella redistribuzione tra le Regioni degli aiuti potrebbe dar luogo a diversi scenari. Il primo criterio è altamente redistributivo, visto che alcune Regioni hanno un peso sulla SAU che non riflette il loro peso sulla distribuzione degli aiuti diretti, il secondo criterio, invece, limita l'effetto redistributivo. Per la Regione Emilia-Romagna, si osserva come la situazione resterebbe sostanzialmente la stessa a prescindere dal criterio applicato nella redistribuzione degli aiuti; infatti, dalla lettura dei risultati delle due simulazioni si evince come i valori ottenuti si discostano solo minimamente gli uni dagli altri. Gli scostamenti così lievi, sono anche riconducibili al fatto che in entrambi gli scenari la quota di pagamento verde rimane legata al valore di SAU sul totale nazionale e pertanto non essendoci variazioni tra gli scenari questo valore non incide sul totale complessivo.
Per le caratteristiche produttive regionali sarebbe interessante poter comprendere cosa avviene nell'ambito di alcuni settori specifici (es. pomodoro, mais, barbabietola, foraggi essiccati). La valutazione degli scenari essendo basata sulla riaggregazione delle produzioni per macrogruppi purtroppo non riesce a cogliere ed esplicitare le distinte peculiarità di ciascuna produzione.
NOTE:
1. A cura di Marilù D'Aloia e Roberto Gigante della sede regionale INEA per l'Emilia Romagna.
SCENARIO 1
Aiuto forfetario regionale 232,6 €/ha (pagamento base "peso SAU" + pagamento verde "peso SAU") - anno 2019
SCENARIO 2
Aiuto forfetario regionale 237,8 €/ha (pagamento base "peso PD" + pagamento verde "peso SAU") - anno 2019
SCENARIO 3
Aiuto forfettario regionale 288,6 €/ha (peso SAU) - anno 2020
SCENARIO 4
Aiuto forfettario regionale 299,4 €/ha (peso pagamenti diretti - PD) - anno 2020
SCENARIO 5
Aiuto forfettario regionale 368,7 €/ha (peso valore aggiunto - VA) - anno 2020