Liguria1
Come è noto, le peculiarità orografiche della Liguria, Regione contraddistinta da una forte acclività per la quasi totalità della sua estensione, ne connotano in modo molto marcato l'agricoltura.
Oltre il 70% della Produzione Lorda Vendibile è a carico delle aziende specializzate in ortofloricoltura delle rare piane alluvionali o della collina litoranea, anche se quest'ultima è soprattutto occupata dall'olivicoltura e, in alcune aree vocate, dalla vite. Si tratta di aree rese coltivabili mediante una fitta opera di terrazzamento e pertanto caratterizzate da meccanizzazione scarsa o nulla e conseguenti ridotte dimensioni aziendali.
Le aziende delle alture interne e dell'Appennino, invece, sono per lo più vocate all'allevamento estensivo, caratterizzato da un numero limitato di capi e da piccole superfici a pascolo e prato permanente. Queste aziende dell'entroterra svolgono un insostituibile ruolo di presidio ambientale, funzione che fa passare in secondo piano la loro capacità di produrre reddito, peraltro molto scarsa.
A causa della scarsa disponibilità di capitale fondiario, le aziende liguri presentano una SAU media molto ridotta, pari a 2,1 ettari; il valore più basso in Italia secondo l'ultimo censimento dell'agricoltura. Tuttavia, la forte specializzazione verso culture ad altissimo pregio riscontrabile nelle aree costiere fa sì che il valore delle produzioni per ettaro, quantificato dall'ISTAT in 8.761 €/ha, sia il più elevato a livello nazionale.
Le ridotte dotazioni strutturali, sia in termini di superfici che di capi, ha fatto sì che, ai tempi della riforma Fischler, conferissero nel pagamento unico aiuti diretti per importi molto modesti, con la sola eccezione dell'olivicoltura, che storicamente ha sempre goduto di un sostegno ad ettaro molto elevato.
La simulazione sulla componente obbligatoria (pagamento di base e greening) dei pagamenti diretti, secondo quanto previsto dalla riforma PAC 2014-2020, benchè metta in luce una riduzione del premio medio ad ettaro per le aziende che già beneficiavano del sostegno del primo pilastro, non determina una situazione sfavorevole per la Liguria. In particolare, con riferimento al greening ed a eventuali premi facoltativi per le zone svantaggiate, appare evidente come a favorire l'agricoltura ligure siano soprattutto i beni pubblici che è in grado di erogare piuttosto che il suo ruolo all'interno dell'economia ligure.
In particolare, considerando le aziende RICA nel loro complesso, si nota come il premio medio per ettaro aumenti sensibilmente, soprattutto grazie al fatto che verranno ammessi al pagamento anche settori le cui superfici con la passata programmazione erano state escluse dal calcolo dei diritti storici, come ortofrutta e viticoltura, che rivestono una certa importanza nell'economia agricola regionale. In particolare, per il settore delle colture arboree si avrebbe un incremento del reddito netto pari ad oltre il 4%, nello scenario 1.
Tuttavia, si rileva come, per le aziende che già beneficiavano del pagamento unico aziendale, il nuovo regime comporti una riduzione, anche notevole, del premio. Bisogna comunque sottolineare che le componenti "facoltative" del pagamento, che allo stato attuale non sono stimabili, contribuiranno ad innalzare l'ammontare del contributo.
Scendendo nel dettaglio dei singoli OTE, appare evidente come la nuova Politica Agricola penalizzi soprattutto le aziende specializzate in olivicoltura, che con l'attuale regime percepiscono mediamente 726 €/ha e che con la riforma vedrebbero il sostegno a loro destinato ridursi a circa un terzo. Anche se non è ancora possibile quantificare la percentuale di contributo relativa all'indennità per le zone svantaggiate e ad un eventuale sostegno accoppiato, appare evidente che difficilmente si potranno raggiungere i livelli di aiuto economico registrati con la riforma Fischler.
Anche le aziende floricole, si vedranno riconosciuto un premio ad ettaro lievemente inferiore nel caso ipotizzato dallo scenario 1 e decurtato del 35% nel caso dello scenario 2. D'altra parte, considerando gli alti livelli di redditività raggiunto da queste aziende, in entrambi i casi non si ha un'apprezzabile variazione del peso dei pagamenti sul reddito netto.
Appaiono invece molto avvantaggiate le imprese specializzate in erbivori, per le quali, nell'ipotesi di distribuzione del massimale in base alla SAU regionale (Scenario 1), il premio praticamente raddoppierebbe, mentre aumenterebbe del 60% nel caso in cui il plafond nazionale venisse assegnato alle Regioni in base alla distribuzione storica degli aiuti (Scenario 2).
In Liguria, quindi, non si verificherebbe la drastica riduzione del pagamento ad ettaro per le aziende appartenenti al polo "erbivori", che invece si verifica in altre regioni. Questo avviene per via dell'importo relativamente modesto dei premi a capo che sono confluiti nel pagamento unico ai tempi della precedente riforma.
Considerando le variazioni del livello medio del pagamento da una prospettiva territoriale, si nota che la Collina (sia interna che litoranea), risulta particolarmente penalizzata se si considerano le sole aziende beneficiarie del pagamento unico. Questo avviene perchè in tale zona altimetrica si concentrano le aziende che godono dei pagamenti più alti, come quelle specializzate in olivicoltura. Per queste aziende, il premio ad ettaro praticamente si dimezza, comportando una riduzione dell'incidenza del pagamento sul reddito netto attorno al 3%.
D'altra parte, le aziende di montagna che aderiscono al regime di pagamenti attualmente in vigore risultano essere particolarmente avvantaggiate dalla nuova PAC, dato che i contributi ad ettaro in questo caso aumenterebbero sensibilmente.
Alcuni aspetti della riforma, che non sono stati oggetto delle simulazioni, favoriscono molto le aziende liguri. Bisogna infatti considerare che la componente del pagamento dedicata alle aree svantaggiate, che si configura come un premio commisurato agli ettari ammissibili ricadenti in zone soggette a vincoli naturali, è probabilmente destinata ad integrare il pagamento della quasi totalità delle aziende liguri, in quanto l'80% del territorio ligure ricade in zone svantaggiate, almeno secondo l'attuale definizione (Direttiva CEE 268/1975).
Un secondo elemento della riforma che può in qualche modo interessare la realtà agricola ligure è costituito dalla possibilità di attivare un pagamento semplificato per i piccoli agricoltori. In particolare, visto l'importo medio di cui già beneficiano le aziende agricole liguri (pari a circa 250 euro) non è da escludere che un numero rilevante di aziende possa scegliere di aderirvi.
La proposta può essere recepita in particolar modo dalle aziende floricole, per almeno due motivi: In primo luogo, considerate le scarse dimensioni aziendali e la collocazione in aree urbane, verosimilmente il pagamento semplificato non si discosterebbe sensibilmente da quello normale. In secondo luogo, il regime semplificato esonererebbe le aziende dagli obblighi previsti dal greening, che in effetti sarebbero stati difficili da assolvere in aziende intensive come quelle specializzate in colture ornamentali.
Il pagamento per le pratiche agricole benefiche per il clima e l'ambiente, benchè obbligatoriamente soggetto ad alcuni requisiti minimi, è sicuramente percepibile dalle aziende liguri senza ricorrere a particolari adeguamenti. Anzitutto, perchè la maggioranza di esse non dispone dei 3 ettari di seminativo che costituiscono la soglia oltre la quale è obbligatorio diversificare le colture; occorre poi considerare che le aziende della collina litoranea e della prima collina interna sono quasi interamente terrazzate, fatto che comporta l'automatica adesione al requisito della conservazione delle aree di interesse ecologico. Anche l'obbligo di conservazione dei prati permanenti non desta particolare preoccupazione in Liguria, in quanto le aziende liguri già tradizionalmente mantengono tali colture e negli anni passati non si sono avute significative conversioni a seminativo.
NOTE:
1. A cura di Alberto Sturla della sede regionale INEA per la Liguria.
SCENARIO 1
Aiuto forfetario regionale 232,6 €/ha (pagamento base "peso SAU" + pagamento verde "peso SAU") - anno 2019
SCENARIO 2
Aiuto forfetario regionale 171,1 €/ha (pagamento base "peso PD" + pagamento verde "peso SAU") - anno 2019
SCENARIO 3
Aiuto forfettario regionale 288,6 €/ha (peso SAU) - anno 2020
SCENARIO 4
Aiuto forfettario regionale 161,6 €/ha (peso pagamenti diretti - PD) - anno 2020
SCENARIO 5
Aiuto forfettario regionale 1697,4 €/ha (peso valore aggiunto - VA) - anno 2020