Trentino-Alto Adige1
Premessa generale
L'interpretazione degli effetti della regionalizzazione dei pagamenti diretti della PAC per le Province di Trento e di Bolzano necessita di una premessa indispensabile per la comprensione dell'impatto che tale riforma avrà sul reddito delle aziende e sulla distribuzione degli aiuti. Le simulazioni effettuate con riferimento al pagamento base e al pagamento verde, infatti, ipotizzano due scenari. Il primo distribuisce il massimale per entrambi i pagamenti in funzione del peso che le Regioni (o Province Autonome) hanno nella definizione della SAU nazionale (pari all'1,1% per Trento e all'1,9% per Bolzano). Il secondo, invece, definisce il massimale del solo pagamento base in funzione del peso che ciascuna Regione ha rivestito nella distribuzione storica degli aiuti e lo ripartisce sulla SAU complessiva (che resta l'unico termine di riferimento per il pagamento verde). Tale differenza fra scenari ha effetti rilevanti sulle Province di Trento e Bolzano per il fatto che si tratta di territori il cui peso storico nella distribuzione degli aiuti è sempre stato molto basso a causa della prevalenza di aziende vitivinicole, frutticole e ortofloricole non sostenute in passato (0,2% e 0,3%, rispettivamente, nelle simulazioni). Inoltre, la forte presenza di prati e pascoli e la loro inclusione nella superficie ammissibile costituisce un altro elemento importante nella valutazione degli impatti della regionalizzazione: secondo i dati dell'ultimo Censimento dell'agricoltura l'81% della SAU della Provincia di Trento e l'88% di quella della Provincia di Bolzano è classificata come prati e pascoli. In linea di massima, lo scenario 1 garantirebbe alle Province di Trento e di Bolzano un flusso di risorse finanziarie dalla PAC maggiore rispetto al passato e quindi avrebbe un effetto redistributivo tra le Regioni italiane superiore rispetto allo scenario 2 che lascia inalterata la distribuzione delle risorse tra Regioni (almeno per quanto riguarda il pagamento base). Quello che si modifica è l'ammontare dell'aiuto ad ettaro in quanto in entrambi i casi, il massimale regionale verrebbe "spalmato" su un numero di ettari di superficie ammissibile superiore per effetto dell'inclusione dei prati e dei pascoli. Il minor peso storico nella distribuzione degli aiuti, però, fa si che l'aiuto ad ettaro per azienda sia superiore per entrambe le Province nello scenario 1 (232,6 €/ha) rispetto allo scenario 2 (118,3 €/ha per Trento e 115,9 €/ha per Bolzano).
C'è da tener presente che gli aiuti ad ettaro in entrambi gli scenari tengono conto solo del pagamento di base e del pagamento verde. I restanti aiuti (pagamento per le aree con vincoli naturali, pagamento per piccoli agricoltori, pagamenti accoppiati e pagamento per giovani agricoltori) non sono distribuiti tra le Regioni e non vengono presi in considerazione nelle simulazioni.
L'analisi degli scenari verrà condotta separatamente per la Provincia di Trento e per quella di Bolzano. I dati ottenuti dalle elaborazioni si riferiscono alle aziende del campione RICA 2007/2009, non pesati. Entrambe le Province sono classificate nella zona altimetrica di montagna.
Analisi degli impatti della regionalizzazione nella Provincia di Trento
Per quanto riguarda la Provincia di Trento, le aziende che nel triennio 2007/2009 hanno ricevuto aiuti sotto forma di pagamento unico aziendale ed aiuti diretti sono state soprattutto quelle ad orientamento erbivoro con allevamento di bovini, che costituiscono la tipologia di allevamento prevalente in Provincia. A queste si aggiungono poche aziende ad orientamento misto. Le aziende con coltivazioni arboree (frutticole e vitivinicole), mediamente di 5,5 ettari di estensione, che costituiscono l'altra importante realtà agricola della Provincia, non hanno ricevuto aiuti nel triennio considerato (ad esclusione di 8 beneficiarie, in cui l'incidenza degli aiuti sul reddito medio è stata dell'ordine del 2,3%). Il 28% di esse è costituito da aziende vitivinicole.
Le aziende ad orientamento erbivoro ad aver ricevuto pagamenti diretti si configurano come unità mediamente grandi (68,3 ettari) per la presenza di prati e pascoli ma con un reddito che si avvicina ai 30.000 euro annui per azienda. Gli aiuti ricevuti (costituiti dall'ammontare dei premi zootecnici) sono stati importanti ed hanno rappresentato il 34,1% del reddito netto. Più elevato e superiore alla media provinciale è stato il valore dell'aiuto ad ettaro ricevuto dalle aziende con orientamento misto (coltivazioni-allevamenti) che però, avendo estensioni inferiori e redditi più alti, hanno fatto registrare una incidenza degli aiuti inferiore, pari al 9,5% del reddito netto.
L'ipotesi dello scenario 1, che prevede un aiuto di 232,6 €/ha, è ovviamente favorevole alle aziende trentine. Se si considerano tutte le aziende della Provincia beneficiarie di aiuti nel triennio di riferimento, lo scenario 1 farebbe prospettare un incremento medio del reddito pari all'11,9%. Si tratta infatti di un aiuto che, nel caso delle aziende ad orientamento erbivoro che hanno ricevuto aiuti, è più elevato rispetto a quello percepito nello scenario base (+59,2%) e determina un incremento consistente del reddito netto (+20,2%). Nelle aziende con arboree l'aumento dell'aiuto ad ettaro sarebbe molto più elevato rispetto al passato (+228,6%) ma considerando l'elevato reddito netto aziendale, tale incremento inciderebbe poco sul reddito netto medio (+5,2%). L'applicazione del regime di aiuti a tutte le aziende con arboree sarebbe comunque positivo: mediamente, le aziende provinciali con tale orientamento se ne avvantaggerebbero con un incremento del reddito netto aziendale pari al 3,1% (+4,5% per le vitivinicole). Nel caso delle aziende miste, invece, lo scenario 1 si tradurrebbe in una diminuzione del valore dell'aiuto ad ettaro (-6,9%) che non avrebbe comunque una conseguenza rilevante sul reddito netto medio (-0,7%).
Globalmente, nello scenario 1 i contributi finirebbero per incidere mediamente del 9,8% sul reddito netto di ogni azienda (incidenza maggiore di 5,5 punti percentuali rispetto allo scenario di base), generando cosi una variazione positiva (+6,1%) del reddito netto di ogni azienda.
L'ipotesi dello scenario 2 (aiuto ad ettaro pari a 118,2 euro) ha invece delle conseguenze più differenziate. Le aziende con orientamento arboreo beneficiarie di aiuti nel triennio 2007/2009 vedrebbero la loro situazione migliorare leggermente, in quanto l'aiuto ad ettaro percepito sarebbe più elevato (+67%) e permetterebbe un incremento, seppure minimo, del reddito netto (+1,5%). Viceversa per le aziende ad orientamento erbivoro con bovini, il nuovo aiuto ad ettaro di ammontare più basso (-27,7%) farebbe diminuire anche il reddito netto (-8,1%). Un analogo peggioramento si registrerebbe anche per le aziende ad orientamento misto nelle quali il calo dell'aiuto ad ettaro (-52,7%) comporterebbe una diminuzione del reddito netto del 5%. Complessivamente, per il raggruppamento di aziende che godevano di contributi nel triennio base, lo scenario 2 comporterebbe una diminuzione del valore dell'aiuto ad ettaro (-21,3%) e del reddito netto (-4,6%).
Le aziende con orientamento frutticolo e viticolo riceverebbero poco più di 650 euro per azienda che, analogamente a quanto descritto nello scenario 1, inciderebbe in maniera positiva ma non determinante sul reddito netto (+1,6%).
Guardando alla Provincia nel complesso, lo scenario 2 porterebbe ad una redistribuzione interna degli aiuti, nel senso che le aziende che hanno percepito contributi nel triennio 2007/2009 si vedrebbero complessivamente penalizzate sia per quanto riguarda l'ammontare dell'aiuto ad ettaro (-21,3% rispetto a quanto percepito) e sia per quanto riguarda il reddito netto per azienda (-4,6%). La distribuzione del massimale fra tutte le aziende porterebbe ad un ammontare di aiuti per azienda inferiore (2.131 contro i 6.547 euro dello scenario base) che però non avrebbe grosse ripercussioni sul reddito medio per aziende, tutto sommato invariato (+1%).
Analisi degli impatti della regionalizzazione nella Provincia di Bolzano
Per quanto riguarda la Provincia di Bolzano, nel triennio preso in considerazione le aziende che hanno ricevuto il pagamento unico o aiuti diretti sono state quelle ad orientamento erbivoro con allevamento bovino e quelle con coltivazioni arboree. Queste ultime hanno dimensioni medie di 11,4 ettari per azienda e un valore dell'aiuto che rappresenta una quota minima del reddito netto (2,6%), che risulta essere, secondo la RICA, tra i più alti dell'agricoltura regionale. Le aziende con allevamenti, invece, risultano avere una estensione media doppia rispetto alle precedenti e un incidenza degli aiuti sul reddito netto superiore (14%).
La maggior parte delle aziende del campione con orientamento arboreo è costituita da aziende frutticole (il 9,6% ha orientamento vitivinicolo) e non ha ricevuto aiuti nel triennio. Le dimensioni medie sono di 7,6 ha e il reddito per azienda è importante (più di 73.000 euro per azienda).
Nello scenario 1, se si limita l'analisi alle sole aziende che percepiscono aiuti, quello che si nota è un incremento percentuale dell'aiuto (+60,9% nel caso delle arboree, +105% nel caso degli orientamenti erbivori) che si tradurrebbe in una variazione positiva del reddito netto in entrambi i casi (+1,6% nelle arboree, +14,3% negli allevamenti). L'estensione dell'aiuto di 232,6 €/ha anche alle altre aziende non comporterebbe grosse conseguenze nel reddito netto nel caso delle realtà ortofloricole (+0,2%), a causa della elevata intensità della produzione e dei redditi per ettaro di superficie e della presenza di colture ripetute nell'anno. Nel caso delle aziende arboree, invece, il reddito aumenterebbe in misura superiore, mediamente del 2,4%. Anche sulle aziende con seminativi, poco rappresentate nel campione RICA della Provincia, beneficerebbero di un incremento del loro reddito netto (+12,9%) nel caso di corresponsione dell'aiuto ad ettaro.
Rispetto allo scenario di base, dunque, una regionalizzazione effettuata nell'ipotesi dello scenario 1 gioverebbe alla Provincia, anche se non con gli effetti sperati. Di fatto, a fronte di un aiuto ad ettaro più che triplicato (+245,5%), l'effetto sull'incremento del reddito netto si stima essere basso (+3,9%).
Nel caso di applicazione dello scenario 2, con un aiuto ad ettaro pari a 115,9 euro, non cambierebbe sostanzialmente niente per le aziende che hanno ricevuto aiuti in passato. Il minimo incremento dell'ammontare dell'aiuto avrebbe infatti un effetto trascurabile sul reddito netto (+0,3% nelle aziende con allevamenti, -0,5% nelle arboree). Un effetto maggiore lo si avrebbe nelle aziende che invece non percepivano contributi in passato ma sostanzialmente anche in questo caso si può dire che l'effetto sul reddito netto sia minimo (+1,2%). Se si considerano tutte le aziende della Provincia, una regionalizzazione effettuata sulla base dello scenario 2 non apporterebbe grosse modifiche alle variabili oggetto di analisi. Il reddito netto mediamente aumenterebbe del 1,1%.
Nel caso della Provincia di Bolzano dunque il primo scenario di regionalizzazione sarebbe preferibile.
NOTE:
1. A cura di Sonia Marongiu della sede regionale INEA per il Trentino-Alto Adige.
SCENARIO 1
Aiuto forfetario regionale 232,6 €/ha (pagamento base "peso SAU" + pagamento verde "peso SAU") - anno 2019
SCENARIO 2
Aiuto forfetario regionale 118,2 €/ha (pagamento base "peso PD" + pagamento verde "peso SAU") - anno 2019
SCENARIO 3
Aiuto forfettario regionale 288,6 €/ha (peso SAU) - anno 2020
SCENARIO 4
Aiuto forfettario regionale 57,9 €/ha (peso pagamenti diretti - PD) - anno 2020
SCENARIO 5
Aiuto forfettario regionale 412 €/ha (peso valore aggiunto - VA) - anno 2020
SCENARIO 1
Aiuto forfetario regionale 232,6 €/ha (pagamento base "peso SAU" + pagamento verde "peso SAU") - anno 2019
SCENARIO 2
Aiuto forfetario regionale 115,9 €/ha (pagamento base "peso PD" + pagamento verde "peso SAU") - anno 2019
SCENARIO 3
Aiuto forfettario regionale 288,6 €/ha (peso SAU) - anno 2020
SCENARIO 4
Aiuto forfettario regionale 53,9 €/ha (peso pagamenti diretti - PD) - anno 2020
SCENARIO 5
Aiuto forfettario regionale 412 €/ha (peso valore aggiunto - VA) - anno 2020