1.1. Definizioni e metodi calcolo
La produzione standard (PS) di un’attività produttiva è il valore medio ponderato della produzione lorda totale, comprendente sia il prodotto principale che gli eventuali prodotti secondari, realizzati in una determinata regione o provincia autonoma nel corso di un’annata agraria.
Il valore della produzione ottenuta da una attività agricola è determinato quale sommatoria delle vendite aziendali, degli impieghi in azienda, degli autoconsumi e dei cambiamenti nel magazzino, al netto degli acquisti e della sostituzione (rimonta) del bestiame. Il valore deve intendersi “franco azienda”, al netto dell’IVA e di altre eventuali imposte sui prodotti, ed esclusi gli aiuti pubblici diretti.
L’opportunità di introdurre la produzione standard deriva dalla necessità di determinare l’orientamento tecnico-economico e la dimensione economica delle aziende sulla base di un criterio economico che resti sempre positivo. Con il disaccoppiamento degli aiuti, introdotto con la riforma della PAC del 2003, infatti, sarebbero state molte le attività produttive che avrebbero presentato un RLS negativo a seguito della assenza degli aiuti nella relativa PLT; ovviamente i valori negativi non possono essere utilizzati per la classificazione tipologica delle aziende agricole. I Servizi tecnici della Commissione hanno quindi proposto ed elaborato nel 2008 una nuova metodologia di calcolo per individuare la variabile economica più appropriata alla nuova politica agricola dell’Unione Europea: la Produzione Standard.
Nella metodologia RICA-INEA (GAIA) tale definizione è equiparabile alla PLT dei processi produttivi vegetali ed animali, il cui valore anche in GAIA è al netto degli aiuti pubblici. L’utilizzo della PS in sostituzione del RLS ha consentito di semplificare la metodologia di calcolo da parte degli Stati Membri. Infatti, non è più necessario determinare le diverse voci della componente dei costi specifici previsti nella metodologia dei RLS, che presentava per alcune attività produttiva delle difficoltà nella determinazione delle singole voci, oltre al fatto che tali costi presentano una forte variabilità tra Paese e Paese.
Con il nuovo sistema di classificazione il concetto di redditività (RLS) è stato infatti sostituito con quello della produttività (PS), con i conseguenti vantaggi e limiti che ne derivano.
Oltre al vantaggio della semplificazione nel calcolo del valore della produzione, la nuova metodologia consente sia di armonizzare le informazioni derivanti dalla classificazione tipologica tra i diversi Stati Membri dell’Unione Europea, sia di facilitare il confronto dei risultati ottenuti con altre statistiche extra-agricole. Lo svantaggio più evidente è l’impossibilità di poter utilizzare la classificazione tipologica a supporto delle analisi sulla redditività delle attività agricole.
Le attività produttive per le quali vengono calcolate le PS corrispondono alle rubriche definite per le indagini sulle strutture (censimenti e indagini sulle SPA). Le singole Produzioni Standard delle attività agricole vengono calcolate, in ogni Paese dell’UE, a livello regionale, per un periodo di riferimento di cinque anni consecutivi, dall’anno N-5 all’anno N-1, dove N è l’anno in cui viene eseguita l’indagine sulle strutture. Le PS vengono calcolate solo per quelle attività produttive praticate in una determinata circoscrizione (regione o provincia autonoma).
La prima serie delle Produzioni Standard è stata realizzata in relazione al Censimento del 2010 (anno N), quindi l’anno di riferimento è il “2007” (N-3), mentre i coefficienti delle PS sono stati calcolati sulla base dei valori medi della produzione e dei prezzi rilevati negli anni che vanno dal 2005 (N-5) al 2009 (N-1). I dati di base utilizzati per i calcoli delle PS vengono rilevati ex-novo solo in occasione di un nuovo Censimento dell’agricoltura; mentre nel periodo infracensuario le PS sono aggiornate ogni volta che viene realizzata l’indagine sulle SPA (dal 2010 in poi sono previste due indagine SPA tra un censimento e l’altro). Le modalità di aggiornamento delle PS vengono stabilite a livello comunitario (indagine diretta oppure utilizzo di particolari metodi di attualizzazione dei coefficienti).
La dimensione economica aziendale, il cui valore è espresso in euro e non più in UDE, è determinata dalla sommatoria delle Produzioni Standard di ogni singola attività produttiva praticata in azienda, e può essere ricompresa in una delle 14 classi di dimensione economica previste dal Reg. CE 1248/2008. Le norme attuative della tipologia di classificazione consentono l’accorpamento di alcune classi; ad ogni Stato Membro è data la possibilità di accorpare le seguenti classi di dimensione economica: II e III, o III e IV, VI e VII, VIII e IX, X e XI, da XII a XIV o da X a XIV.
L’Italia ha optato per l’accorpamento delle classi più grandi, definendo complessivamente 8 classi. Nella seguente tabella sono messe a confronto le classi dell’Unione Europea e quelle dell’Italia; inoltre, a titolo puramente esemplificativo, ad ogni classe di dimensione economica ITALIA è stata associata l’ampiezza fisica della SAU aziendale, prendendo come base di riferimento la PS media italiana dei cereali. La soglia minima per l’indagine RICA italiana è stata fissata a 4.000 euro.
Stratificazione dimensionale delle aziende agricole secondo la classe di dimensione economica
UNIONE EUROPEA
|
ITALIA
|
Classe
|
Limiti in euro
|
Classe
|
Limiti in euro
|
Classi SAU a cereali
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I
|
meno di 2.000 euro |
I
|
meno di 4.000 euro |
meno di 4,5 ettari |
II
|
da 2.000 a meno di 4.000 euro |
III
|
da 4.000 a meno di 8.000 euro |
II
|
da 4.000 a meno di 8.000 euro |
da 4,5 a 9 ettari |
IV
|
da 8.000 a meno di 15.000 euro |
III
|
da 8.000 a meno di 25.000 euro |
da 9 a 28,5 ettari |
V
|
da 15.000 a meno di 25.000 euro |
VI
|
da 25.000 a meno di 50.000 euro |
IV
|
da 25.000 a meno di 50.000 euro |
da 28,5 a 57 ettari |
VII
|
da 50.000 a meno di 100.000 euro |
V
|
da 50.000 a meno di 100.000 euro |
da 57 a 114 ettari |
VIII
|
da 100.000 a meno di 250.000 euro |
VI
|
da 100.000 a meno di 500.000 euro |
da 114 a 570 ettari |
IX
|
da 250.000 a meno di 500.000 euro |
X
|
da 500.000 a meno di 750.000 euro |
VII
|
da 500.000 a meno di 1.000.000 euro |
da 570 a 1.145 ettari |
XI
|
da 750.000 a meno di 1.000.000 euro |
XII
|
da 1.000.000 a meno di 1.500.000 euro |
VIII
|
pari o superiori a 1.000.000 di euro |
superiore a 1.145 ettari |
XIII
|
da 1.500.000 a meno di 3.000.000 euro |
XIV
|
pari o superiore a 3.000.000 euro |
Da precisare che i limiti delle “Classi di SAU a cereali” riportati nella tabella precedente sono puramente indicativi, in quanto oltre alla variabilità delle PS all’interno del gruppo dei cereali (in questo caso è stato escluso il riso), nell’ambito di uno stesso cereale la produzione differisce in modo significativo da una regione all’altra. Ad esempio per il limite inferiore della Classe “II – Italia” sono sufficienti 2,4 ettari di grano duro in Emilia Romagna, mentre in Sardegna ne occorrono quasi 7,5 di ettari per superare il limite inferiore di 4.000 euro di dimensione economica aziendale.
A partire dalla rilevazione dell’esercizio contabile 2010, le aziende agricole che appartengono all’Indagine RICA e che vengono rilevate con la procedura GAIA, sono quelle che presentano una dimensione economica aziendale superiore ai 4.000 euro di produzione standard. Le aziende per superare questa soglia devono coltivare un certo numero di ettari o allevare un dato numero di capi di bestiame, che moltiplicati per relative PS unitarie, calcolate per la regione dove è ubicata l’azienda, determina il “fatturato agricolo” minimo per entrare nel campo di osservazione della RICA.
Per la determinazione delle singole Produzioni Standard regionali vi sono diversi livelli di difficoltà derivanti da una parte dal tipo di gestione aziendale del singolo processo produttivo (completamente o parzialmente venduto e reimpiegato in azienda), dall’altra condizionate dalle scarsità delle informazioni relative ai relativi prezzi di mercato alla produzione.
In funzione delle diverse specificità agricole regionali, determinate in base alla diffusione degli ordinamenti produttivi (OTE specializzato più rappresentativo nelle regioni), è possibile calcolare, indicativamente, l’equivalente dimensione dell’azienda necessaria, in termini di ettari di terreni coltivati o numero di capi allevati per rientrare nel campo di osservazione RICA (classe II Italia della precedente tabella).
Alcuni esempi regionali di dimensione fisica minima per entrare nel campo osservazione RICA
Regione
|
Ettari di SAU e/o Numero di capi
|
Valle D’Aosta |
2 vacche da latte e 1 ettaro ad orzo |
Piemonte |
0,22 ettari a vite per vino di qualità |
Lombardia |
1 vacca da latte e 1 ettaro a cereali |
Trentino |
0,40 ettari a frutta fresca temperata |
Alto Adige |
2 vacche da latte |
Veneto |
250 polli da ingrasso |
Friuli Venezia Giulia |
1 vacca da latte e 1 ettaro a mais |
Liguria |
0,09 ettari (circa 1 ara) di fiori in piena area |
Emilia Romagna |
0,37 ettari a frutta fresca temperata |
Toscana |
0,25 ettari a vite per vino di qualità |
Marche |
4,60 ettari a frumento tenero |
Umbria |
2,15 ettari ad olive da olio |
Lazio |
7 vitelloni da ingrasso |
Abruzzo |
0,45 ettari a vite per vino comune |
Molise |
4,60 ettari a frumento duro |
Campania |
0,20 ettari ad ortaggi in pieno campo |
Calabria |
1,10 ettari ad olive da olio |
Puglia |
5,40 ettari a frumento duro |
Basilicata |
25 pecore da latte |
Sicilia |
0,37 ettari a frutta fresca temperata |
Sardegna |
18 pecore da latte |
La determinazione dell’Orientamento Tecnico Economico (OTE) si basa sul concetto delle affinità tipologiche che ciascuna attività produttiva agricola presenta con altre: ad esempio, frumento tenero, frumento duro, segale, orzo, avena, mais, altri cereali, piante oleaginose e proteiche, vengono considerate come facenti parte del gruppo “cereali, piante oleaginose e proteaginose (escluso il riso)”; aggiungendo il riso si ha l’aggregato “cereali, piante oleaginose e proteaginose”, che infine confluisce con le piante sarchiate, gli orti in pieno campo, tabacco, cotone e altri seminativi nel grande gruppo dei “seminativi”.
Il contributo fornito, in termini economici, da ciascuna attività produttiva agricola alla formazione della Produzione Standard complessiva dell’azienda determina l’Orientamento Tecnico Economico dell’azienda agricola, che viene individuato a seconda del livello di dettaglio tra gli OTE generali, OTE principali, oppure tra gli OTE particolari.
Per ciascuna attività produttiva si possono avere quindi diversi livelli di raggruppamento, per ognuno dei quali è possibile calcolare, come illustrato in precedenza, un valore di Produzione Standard aziendale complessivo. La sintesi dei raggruppamenti possibili è contenuta nella seguente tabella, mentre per ulteriori dettagli si rimanda alle tabelle in Allegato A.
Elenco dei raggruppamenti di attività produttive per livello di OTE
Gruppo |
Descrizione
|
Codice gruppi e attività produttive
|
Orientamenti Tecnico Economici
Generale Principale Particolare |
P1 |
Seminativi |
P15 + (D09, D10, D11, D23, D24, D29, D31, D32, D33, D34, D35, D14A, D19, D20, D21) + FCP1 |
X
|
|
|
P15 |
Cereali |
P151 + D07 |
|
X
|
|
P151 |
Cereali escluso il riso |
D01 + D02 + D03 + D04 + D05 + D06 + D08 |
|
|
X
|
P16 |
Piante oleaginose |
D26 + D27 + D28 + D29 + D30 |
|
X
|
|
P17 |
Tuberi |
D10 + D11 (+ D12 in presenza di erbivori) |
|
|
X
|
P2 |
Ortofloricoltura |
D14A + D14B + D16 + D17 + I02 + G05 |
X
|
|
|
P3 |
Coltivazioni permanenti |
G01A + G01B + G01C + G03A + G03B + G04A + G04B + G04C + G06 + G07 |
X
|
|
|
P4 |
Foraggere ed erbivori |
FCP4 + GL |
X
|
|
|
P45 |
Bovini da latte |
J02A + J04 + J06 + J07 |
|
X
|
|
P46 |
Bovini |
P45 + J01 + J03 + J05 + J07 |
|
X
|
|
P5 |
Granivori |
P51 + P52 + J17 |
X
|
|
|
P51 |
Suini |
J11 + J12 + J13 |
|
X
|
|
P52 |
Pollame |
J14 + JJ15 + J16 + J16A + J16B |
|
X
|
|
GL |
Erbivori |
J01 + P46 + J09A + J09B + J10A + J10B |
|
X
|
X
|
FCP1 |
Foraggio per la vendita |
D12 + D18A + D18B + F01 + F02 (per tutti PS > 0) |
|
X
|
X
|
FCP4 |
Foraggio per gli erbivori |
D12 + D18A + D18B + F01 + F02 (per tutti PS = 0) |
|
X
|
X
|
Come la tabella soprastante evidenzia, i livelli di raggruppamento possibili degli orientamenti tecnico economici sono al massimo tre. A seconda del tipo di stratificazione degli OTE si distinguono tre livelli di suddivisione: 8 OTE generali, 21 OTE principali, 61 OTE particolari. Il livello più elevato, definito OTE-generali (o Polo), comprende 8 definizioni: 1-Seminativi, 2-Ortofloricoltura, 3-Colture permanenti, 4-Erbivori, 5-Granivori, 6-Policoltura, 7-Poliallevamento, 8-Miste (colture-allevamento). In tutti i livelli di raggruppamento degli OTE deve essere aggiunto l’orientamento “aziende non classificabili”.
L’attribuzione dell’OTE ad una qualsiasi azienda presuppone la conoscenza di tre tipi di Produzione Standard:
1) la PS di ciascuna attività produttiva agricola praticata;
2) la PS di tutti i raggruppamenti nei quali confluiscono le attività produttive agricole praticate;
3) la PS complessiva aziendale.
Partendo da questi elementi, la griglia di classificazione stabilisce una serie di confronti successivi che consentono di attribuire univocamente a ciascuna azienda l’OTE di appartenenza. La distinzione tra gli OTE viene stabilita in base al concetto di specializzazione, che viene definito come quota della PS superiore ai 2/3 del PS complessiva aziendale. Tale livello di specializzazione può essere raggiunto:
- al massimo livello di dettaglio, nel quale vengono definite le aziende specializzate secondo un OTE particolare;
- al livello intermedio di dettaglio, nel quale vengono delimitate le aziende specializzate secondo un OTE principale;
- al minimo livello di dettaglio previsto vengono raggruppate le aziende specializzate secondo un OTE generale.
Ovviamente questo sistema gerarchico di attribuzione dell’OTE fa sì che le aziende specializzate in un OTE particolare siano automaticamente specializzate anche nei corrispondenti OTE principale e OTE generale (Polo); pertanto è stato predisposto un sistema di codifica degli OTE che considera i tre livelli sopra esposti rispettivamente con codici a tre, a due e ad una posizione, come chiarisce la tabella seguente relativa all’OTE generale 1.
Schema di classificazione delle aziende specializzate nei seminativi
Generale
|
Principale
|
Particolare
|
Condizione
|
1 – Seminativi |
|
|
P1 > 2/3 |
|
15 – Coltivazione di cerali e di piante oleaginose e proteaginose |
|
(P15 + P16 + D09) > 2/3 |
|
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151 – Cereali (escluso il riso), oleaginose e proteaginose |
(P151 + P16 + D09) > 2/3 |
|
|
152 – Risicole |
D07 > 2/3 |
|
|
153 – Combinazione di cereali, riso, oleaginose e proteaginose |
OTE 15 meno gli OTE 151 e 152 |
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16 – Altre colture |
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P1 > 2/3; (P15 + P16 + D09) ≤2/3 |
|
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161 – Piante sarchiate |
P17 > 2/3 |
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162 – Combinazione di cereali, oleaginose, proteaginose, sarchiate |
(P15 + P16 + D09) >1/3; P17 >1/3 |
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163 – Orticole in pieno campo |
D14A > 2/3 |
|
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164 – Tabacco |
D23 > 2/3 |
|
|
165 – Cotone |
D13 > 2/3 |
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166 – Seminativi diversi |
OTE 16 meno gli OTE 161, 162, 163, 164 e 165 |
Come si può osservare, la logica di attribuzione dell’OTE è di tipo sequenziale: in pratica, dato che ciascun OTE definisce insiemi non sovrapposti di aziende, quando una azienda ricade in un OTE si può chiaramente escludere che possa ricadere anche in un OTE successivo o precedente. Per ogni livello vi è sempre infatti un OTE di risultato che completa l’insieme di livello superiore: nell’esempio riportato, l’OTE particolare 153 raccoglie tutte le aziende dell’OTE principale 15 che non ricadono nelle condizioni previste per gli OTE particolari 151 e 152. Gli OTE specializzati sono rappresentati dai primi cinque OTE generali (Poli):
1 – Seminativi;
2 – Ortofloricoltura;
3 – Colture permanenti;
4 – Erbivori
5 – Granivori
Un meccanismo analogo funziona anche quando nessun raggruppamento (inclusi i 5 OTE specializzati) raggiunge il requisito di specializzazione (quota di PS superiore ai 2/3 della PS complessiva aziendale). In questo caso si parla di aziende con OTE misti, che secondo lo schema comunitario danno luogo a tre OTE generali:
6 – Policoltura;
7 – Poliallevamento;
8 – Miste colture e allevamenti.
Per verificare l’appartenenza dell’azienda ad uno di questi OTE generali misti è necessario verificare i seguenti casi:
- per l’OTE 6-Policoltura, vi deve essere almeno un raggruppamento afferente agli OTE generali (Poli) 1, 2 e 3 che raggiunga la quota di 1/3 della PS complessiva aziendale e la PS cumulativa dei tre poli sia superiore ai due terzi della PS totale aziendale (P1 + P2 + P3 > 2/3 PS totale) e, quindi, che nessun raggruppamento afferente agli OTE generali 4 e 5 raggiunga tale quota;
- per l’OTE 7-Poliallevamento vi deve essere almeno un raggruppamento afferente agli OTE generali 4 e 5 che raggiunga la quota di 1/3 della PS complessiva aziendale e la PS cumulativa dei poli 4 e 5 sia superiore ai due terzi della PS totale aziendale (P4 + P5 > 2/3 PS totale) e, quindi, nessun raggruppamento afferente agli OTE generali 1, 2 e 3 che raggiunga tale quota;
- per l’OTE 8-Miste colture e allevamenti vi possono essere tre casi:
- a) quando almeno due raggruppamenti che raggiungono la quota di 1/3 della PS complessiva aziendale ed afferiscono uno agli OTE generale 1, o 2 o 3 e l’altro all’OTE generale 4 o 5;
- b) quando nessun raggruppamento raggiunge la quota di 1/3 della PS complessiva aziendale;
- c) quando l’attività produttiva “apicoltura”, che non afferisce ad alcun polo, raggiunge la quota di 2/3 della PS complessiva aziendale; in pratica si tratta di una specializzazione.
All’interno degli OTE misti 6 e 7 le aziende vengono definite parzialmente dominanti se un solo raggruppamento raggiunge la quota di 1/3 della PS complessiva aziendale. Se invece i raggruppamenti sono due, l’OTE misto assume la doppia denominazione dei due aggregati presenti.
Schema di classificazione delle aziende miste con policoltura
Generale
|
Principale
|
Particolare
|
Condizione
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6 – Policoltura |
61 – Policoltura |
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(P1 + P2 + P3) > 2/3; P1 ≤ 2/3; P2 ≤ 2/3; P3 ≤ 2/3 |
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611 – Ortofloricoltura e colture permanenti |
P2 > 1/3; P3 > 1/3 |
|
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612 – Seminativi e ortofloricoltura |
P1 > 1/3; P2 > 1/3 |
|
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613 – Seminativi e vigneti |
P1 > 1/3; (G04A + G04B + G04C) > 1/3 |
|
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614 – Seminativi e colture permanenti |
P1 > 1/3; P3 > 1/3; (G04A + G04B + G04C) ≤ 1/3 |
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615 – Policoltura ad orientamento seminativi |
P1 > 1/3; P2 ≤ 1/3; P3 ≤ 1/3 |
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616 – Policoltura |
OTE 61 esclusi gli OTE 611, 612, 613, 614 e 615 |
Le soglie di incidenza delle PS, sia delle singole attività produttive che dei gruppi, utilizzate nelle formule per il calcolo degli OTE, sono di cinque tipi: 3/4, 2/3, 1/2, 1/3, e 1/10. Nell’allegato “A – Condizioni di appartenenza OTE particolari” sono elencati gli OTE, con l’indicazione delle condizioni di pertinenza utilizzate nel codice della procedura per definire l’ordinamento tecnico economico di un’azienda in relazione al peso delle singole attività produttive o dei gruppi sulla Produzione Standard aziendale.
Rispetto alla classificazione degli OTE stabilita nella Decisione 85/377, in quella attuale (Regolamento CE 1242/2008) ci sono alcuni cambiamenti importanti: oltre alla riduzione da 4 a 3 livelli di raggruppamento (non è stata prevista la suddivisione dell’OTE particolare), sono stati aggiunti nuovi ordinamenti tecnici, mentre altri sono stati accorpati oppure eliminati. Gli 8 OTE generali sono rimasti tal quali, mentre gli OTE principali hanno subito delle modifiche sia nella codifica sia nel tipo di aggregazione, passando da 17 a 21 classi. Ciò ha comportato la modifica di tutti i relativi codici degli OTE principali (quelli a due cifre) e di conseguenza sono stati creati nuovi codici per gli OTE particolari.
Nell’OTE 1 –Aziende specializzate in seminativi, i due vecchi OTE principali, identificati con 13 e 14 hanno ora rispettivamente i codici 15 e 16. L’OTE 15 mantiene sempre i suoi tre OTE particolari (con i codici 151, 152 e 153); mentre nell’OTE 16 si riscontrano diversi cambiamenti: gli OTE 161 e 163 corrispondono perfettamente ai vecchi OTE particolari 141 e 143. L’OTE 162 rispetto al vecchio OTE 142 comprende anche le oleaginose e le proteaginose. Il vecchio OTE 144, prima suddiviso in tre OTE particolari, nell’attuale schema e stato soppresso e le vecchie suddivisione sono state portate a livello di OTE particolari, rispettivamente 164, 165 e 166 (ex codici OTE 1411, 1442 e 1443).
Nell’OTE 2 – Aziende specializzate in ortofloricoltura, il vecchio schema presentava un solo OTE principale (codice 20), che nell’attuale schema è stato sostituito da tre OTE principali. Gli OTE particolari del vecchio schema, che a loro volta erano dettagliati in ulteriori dieci suddivisione dell’OTE particolare, nell’attuale schema sono stati sostituiti da nove OTE particolari. La modifica più importante per gli OTE ortofloricoli è stata il criterio della prevalenza, che è passato da quello colturale (distinzione per gruppo colturale orticoltura e floricoltura) a quello della modalità di coltivazione (in serra e all’aperto); inoltre l’attuale OTE 23 “… altri tipi di ortofloricoltura”, comprende oltre al consueto OTE particolare che raccoglie le diverse combinazioni delle coltivazioni ortofloricole (OTE con codice 233) e al vecchio OTE delle aziende specializzate nella coltivazione dei funghi (OTE 231), anche un nuovo OTE particolare, creato per le aziende specializzate nelle attività vivaistiche (OTE 232).
Per l’OTE 3 – Aziende specializzate nelle colture permanenti, rispetto al vecchio schema non ci sono stati grossi mutamenti. I quattro OTE principali sono rimasti invariati; è invece aumentato il numero degli OTE particolari, passato da 9 a 11. Nell’OTE principale 35 (ex OTE 31) delle aziende specializzate in viticoltura, le aziende specializzate nella produzione di uva da tavola assumono il livello di OTE particolare 353. Allo stesso modo, nell’OTE 36, le precedenti suddivisioni dell’OTE particolare frutta fresca, a guscio e loro combinazione, assurgono a livello di OTE particolare 361, 362 e 363 aumentando da tre a cinque il numero degli OTE particolari, con la novità dell’OTE 364 – Aziende specializzate nella produzione di frutta tropicale e sub-tropicale. Gli OTE 37 e 38 coincidono con i precedenti OTE 33 e 34.
Per quanto riguarda l’OTE 4 – Aziende specializzate in erbivori, la composizione dei quattro OTE principali è rimasta identica al precedente schema del 1985. Gli OTE particolari sono passati invece da 10 a 7 classi; infatti alle prime tre classi dell’OTE a due cifre (45, 46 e 47) corrisponde un solo OTE particolare, rispettivamente OTE 450, 460 e 470. I quattro OTE particolari della classe 48 sono rimasti identici ai vecchi 4 OTE del precedente sistema di classificazione.
L’OTE 5 – Aziende specializzate in granivori, ha subito delle semplici traslazioni, ossia i vecchi OTE particolari sono diventati gli attuali OTE principali, mentre le precedenti suddivisioni sono diventati gli attuali OTE particolari. È stato eliminato l’OTE delle aziende specializzate nell’allevamento combinato di suini e pollame (l’ex OTE 5031).
L’OTE 6 – Aziende di policoltura, non ha subito alcun cambiamento, se non quello dell’abolizione delle due suddivisioni del sesto OTE particolare (ex OTE 6061 e 6062) che sono confluite nell’attuale OTE 616 – Altre aziende con policoltura.
Anche l’OTE 7 – Aziende con poliallevamento, non presenta grosse differenze con il vecchio schema di classificazione, è stato abolito il solo OTE 723 – aziende con poliallevamento: granivori ed allevamento misto. Anche questo polo non presentava suddivisioni degli OTE particolari.
Come per gli altri due poli misti, anche l’OTE 8 – Aziende miste colture-allevamento, non ha subito particolari modifiche rispetto al precedente schema se non l’abolizione della suddivisione del settimo OTE particolare; nell’attuale sistema di classificazione sono diventate 8 le classi degli OTE particolare di questo polo.